Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.

Il poeta cileno, il 6 settembre alle ore 21.15, nella cornice di Villa Mazzarosa presenta il suo ultimo romanzo "L'ombra di quel che eravamo". Per l'occasione ci saranno anche i Modena city ramblers che si occuperanno dell'accompagnamento acustico. L'ingresso alla serata sarà libero.
"Noi a Capannori vogliamo dare visibilità ad un'altra America Latina, quella dei popoli oppressi e del loro riscatto, come abbiamo fatto in questi anni con l'attività dell'Osservatorio per la Pace, affrontando ad esempio il dramma del popolo Mapuche di cui Sepúlveda è un discendente."
E' questo il significato di quanto affermato dall'assessora alla cultura del Comune di Capannori, Leana Quilici, durante la conferenza stampa di annuncio della presenza di Luis Sepúlveda a Capannori il prossimo 6 settembre per presentare in anteprima il suo ultimo romanzo "L'ombra di quel che eravamo". Un romanzo che parla di coloro che essendo al fianco di Salvador Allende si opposero fermamente alla dittatura cilena difendendo i diritti civili e la libertà.
E' parlando della realtà cilena e dei temi affrontati da Sepúlveda che l'assessore Quilici ha sottolineato che le scelte culturali dei Comuni di Capannori e di Lucca sono certamente diverse.
"Non ho mai messo in discussione la partecipazione alla Santa Croce del capo di Stato di Panama nel più pieno rispetto delle scelte delle altre istituzioni locali - dichiara l'assessora Quilici - e mai potrei contestare l'elezione di alcuno, che proprio essendo stato eletto dal popolo è pienamente legittimato a governare. L'amministrazione comunale ben volentieri parteciperà alla Santa Croce così come ha sempre fatto. Chi ha voluto leggere nelle mie parole altri significati ha ora l'occasione di avviare un corretto e proficuo dibattito politico". (Comunicato stampa del Comune)
Nell’ambito della polemica recente che ha infiammato queste già torride giornate di fine agosto, scoppiata tra le due amministrazioni comunali di Capannori e di Lucca, mi sento di ribadire e testimoniare l’impegno che l’amministrazione comunale di Capannori, in particolar modo attraverso le attività dell’Osservatorio per la Pace, mette da anni nella conoscenza e diffusione delle tematiche che più da vicino riguardano la realtà latinaomericana, l’ambiente, le battaglie degli ultimi, le lotte per le risorse energetiche e i beni comuni, la pace.
Mi sono sentita pertanto coinvolta in prima persona, per la riconoscenza e la stima che nutro verso di lei e le sue attività, ad esprimere qui la mia piena solidarietà all’assessore alla Cultura Leana Quilici ringraziandola fin d’ora per il suo impegno, testimoniato anche dall’organizzazione del prossimo incontro con lo scrittore Sepúlveda, un momento importante per quanti, accompagnati anche costantemente dall’Osservatorio per la Pace, stanno seguendo in questi anni le battaglie del popolo Mapuche.
Adesioni possono essere inviate al mio indirizzo:

Da: Femminismo a Sud
Non avevamo dubbi. Non potevamo concludere il mese d'agosto senza un'altra strage compiuta da un uomo. Ha massacrato la moglie e due figli, uno di 19 anni e l'altro di 4. Poi ha ammazzato anche una donna di 79 anni che li ospitava.
La rassegna stampa non presenta molte diversità. Per tutti i quotidiani online presi in esame lui è principalmente uno malato di disoccupazione, un cassintegrato che per questo motivo avrebbe deciso di fare una carneficina per poi rincoglionirsi di farmaci e alcool. Qui le tesi si discostano. C'è chi dice che in preda al pentimento si sarebbe gettato dal secondo piano e chi invece specifica che - causa rincoglionimento - quando è uscito per aspettare i carabinieri è caduto e ha sbattuto la testa nella legnaia.
Definiamo i significati: innanzitutto la disoccupazione come male che farebbe diventare un sant'uomo un efferato pluriomicida.
Quante sono le donne che sono in stato di disoccupazione? Tante. Come mai a loro non viene in mente di massacrare la famiglia? Perchè il motivo degli omicidi non è la disoccupazione. Cosa fa una donna quando è disoccupata? Lavora a casa, cresce i figli, pulisce, rassetta, aiuta il bilancio familiare cucinando pietanze con poca spesa e rammendando abiti per riciclarli. Cosa potrebbe fare un uomo in stato di disoccupazione? Le stesse cose o se crede va a cercarsi un altro impiego, si applica in lavori manuali e aggiusta quella tal finestra che è rotta da un decennio.
Nella nostra società di donne ammalate di disoccupazione non si parla mai e non è che a noi piaccia da morire stare a casa. Si pensa in fondo che una donna abbia nella casa il suo habitat naturale e dunque non veda l'ora di tornarci. La reazione delle donne che rischiano il licenziamento però dimostra esattamente il contrario. Non c'è affatto una tendenza naturale delle donne nell'accogliere di buon grado la disoccupazione.
Dell'uomo invece si pensa che sia un animale sociale che per sentirsi virilmente a posto con se stesso, macho al punto giusto, dovrebbe uscire di buon'ora e andare a caccia per portare la bestia sconfitta in casa a pranzo per la sua donna e i suoi cuccioli. Parlare di un uomo senza lavoro diventa dunque molto più drammatico che parlare di una donna disoccupata. Come se entrambi non contribuissero al bilancio familiare o non avessero diritto ad una dignitosa autonomia economica per vivere.
L'uomo disoccupato, dicevamo, naturalmente deprimibile e difficilmente in grado di muovere il culo per darsi da fare in compiti differenti, è così legittimato, tra una grattata di natica e una scaccolata subumana, a sterminare la famiglia.
Tutto ciò ovvio non significa che restare senza lavoro non sia un male sociale che conduca a malesseri personali. Ma questo vale per tutti e non certo soltanto per gli uomini. Nessuno è perciò giustificato a pensare che in tempo di crisi economica sia corretto licenziare più donne che uomini per via di quella nostra presunta pulsione naturale a recuperare felicità di fronte ad un focolare in cui farsi il mazzo gratis tutto il giorno.
L'altro elemento da analizzare: la depressione di cui abbiamo già parlato in molte altre occasioni. Vedi qui, qui e qui.
E di nuovo la storia del suicidio che rende la faccenda pietosa, più tragicamente comprensibile, più orientata al gesto momentaneo, allo sproposito di una singola giornata. Nonostante le due versioni contrastanti, che descrivono un uomo fatto di psicofarmaci e alcool che per un verso si butta dalla finestra e per l'altro semplicemente scivola e sbatte il capo, in ogni caso in nessuno degli articoli si parla esattamente di come ha ammazzato moglie e figli. Quante ferite, quanto sangue, quanto orrore, quanta efferatezza, se li ha inseguiti, se moglie e figli hanno tentato di difendersi, se li ha presi nel sonno, di sorpresa, increduli, mentre vedevano il loro padre fare quello che tanti altri padri fanno abbastanza frequentemente: togliere di mezzo la famiglia che reputano di loro proprietà.
In tutti gli articoli si parla solo di lui, del suo stato di salute, della sua psiche, della sua depressione, dei suoi lamenti, del suo stato di coma, delle sue pene infinite, di tutti gli elementi che servono ad "umanizzarlo", di tutte le attenuanti che serviranno a dire che quanto è avvenuto non dipende da nulla che non sia contenuto nell'elenco motivi di sterminio familiare dello schedario dei tutori della famiglia. Non abbiamo un solo articolo che ci dica chi fosse la donna, quanto meravigliosi fossero i figli, che fantastica creatura fosse l'anziana signora che li ospitava per alleviare, supponiamo, un momento di difficoltà. Se non ne parli non esistono. Se non ne parli abbiamo delle indistinte vittime che fanno semplicemente numero. Nulla che susciti pietà più di quanto non si cerchi di suscitarne a proposito dell'uomo. Le vittime di questo ennesimo sterminio continuano ad essere cose, oggetti. Lo erano per chi li ha eliminati dalla faccia della terra e continuano a non esistere per gli organi di informazione. Quale metodo migliore per fare ritenere inumane delle persone che sono state uccise?
Tutti elementi, questi, che tendono ad allontanare l'idea che la violenza contro le donne è maschile, a differenza di quanto dice certo pseudo-femminismo moderato e reazionario (che raccoglie donne che vanno dal pd al centro destra):
- ben attento a tutelare l'istituto della famiglia;
- ben attento a custodire il ruolo delle donne in seno alle famiglie come ammortizzatrici sociali di un welfare che agevola solo chi persegue come unico fine il profitto;
- ben attento a non turbare il volere di santa madre chiesa.
Resta da dire che le donne, secondo le regole scritte, non hanno una via d'uscita. Sono intrappolate in un meccanismo sociale che le obbliga a restare accanto agli uomini, in famiglia, ad assolvere ai ruoli imposti. Perciò le donne devono reagire indipendentemente da tutto.
Come chiamereste voi uno sterminio ai danni dei lavoratori fatto dal caporeparto di una fabbrica? Incidente sul lavoro? Immagino di no.
Quando muoiono le donne invece appare lecito dire che la famiglia è e rimane comunque un luogo fantastico e che gli uomini che in quel contesto agiscono da assassini sono solo un po' folli, prodotti mal riusciti, scarti di fabbrica, nulla di preoccupante. Vedrete: la prossima serie di robot maschi che metteranno sul mercato sarà senz'altro migliore: quella attuale ha troppi difetti ma bisogna comunque piazzarli. D'altronde la nostra società produttiva cosa sceglie tra un kapo' senza scrupoli omicida e stupratore ed un uomo idealista pieno di principi e valori etici e morali? Senza dubbio il kapo'.
Se sei una donna che vive in una situazione di violenza, reagisci. Se sei una donna che vive in una situazione di violenza e hai dei figli, reagisci. Se tu non reagisci rischi la tua vita e quella dei tuoi figli.
Il resto della filastrocca per donne vittime di violenza in famiglia puoi leggerla QUI.
State all'erta amiche e sorelle. State attente e trovate nella solidarietà tra donne il vostro elemento di forza.
--->>>L'immagine in alto rappresenta - in satira - uno dei modi in cui in america si denigrava e criminalizzava la lotta per i diritti delle donne. Le donne - si diceva allora e si dice ancora adesso - vogliono ottenere la parità per non fare nulla. Invece guardate il pover'uomo che suscita compassione mentre assolve ad umili lavori che lui non dovrebbe mai fare...
Nessuna fotografia trovata.