Fa troppo male all’Italia democratica e moderna un gruppo di nazifascisti che ammazza a sangue freddo un coetaneo per una sigaretta. Ma questa è un’ipotesi confortante, il fatto ben più triste è che quanto accaduto era meglio se non fosse successo, dato il governo che ci ritroviamo.
E allora va messo in atto il piano B. Che consiste:
a) nello spoliticizzare l’accaduto e a questo ci pensano le istituzioni e i mezzi di comunicazione. Ci ha provato Gianfranco Fini, neo presidente della Camera, affermando che è stato più grave bruciare una bandiera che non aver ammazzato un giovane.
b) nel tentativo subdolo e ignobile di trasformare la vittima, nella coscienza di noi tutti, trovandogli pecche, atteggiamenti da poter criticare, qualsiasi appiglio per cui anche a livello giudiziario quanto commesso dagli omicidi possa trovare anche una sola minima giustificazione. E a questo ci stanno pensando i legali degli assassini e di nuovo, i mezzi di comunicazione.
E infatti:
Prima era una sigaretta, Nicola, ieri invece stava già fumando un canna che avrebbe rifiutato ai cinque nazi che lo hanno massacrato. Oggi è tornata per fortuna ad essere una sigaretta. E certo, vuoi mettere la differenza tra uno che fuma una sigaretta e uno che fuma una canna? Un pestaggio si trasforma in una rissa tra balordi. E poi la spersonificazione della vittima. Nicola oggi non è più Nicola, ma semplicemente “codino”. Lo è sui giornali, lo è in rete, lo è stato nei vari TG.
Intanto sembra che avrebbe anche risposto male ai suoi assassini, anzi avrebbe detto a uno di essi: “io ti spacco la faccia”. Quattro di loro si sono avvalsi della facoltà di non rispondere in attesa dei risultati dell’autopsia, ma tutti negano di aver colpito Nicola mentre l’unico che ha parlato è Andrea Visentini. Secondo il suo legale Francesco Delaini, egli avrebbe tentato di sedare la rissa, scoppiata perchè “codino”, con aria minacciosa si sarebbe avvicinato al gruppo dicendo a uno di loro “io ti spacco la faccia”. Anzi, i tre ragazzi, tra i quali la vittima stavano, quando gli è stata chiesta la sigaretta, “cercando inutilmente di entrare spingendo la porta chiusa” di un locale, un bar in Vicolo Leoni. Speriamo che non va a finire che i cinque nazi hanno massacrato Nicola per impedirgli di effettuare una furto con scasso al bar.
Capisco che in questo consista il lavoro degli avvocati, ma almeno un po’ di rispetto per i morti per favore e vergogna!
I commenti sono disabilitati.