«Roma, cuore del cattolicesimo universale, è stata e sarà sede insostituibile del dialogo interreligioso: laica e pluralista, raccoglie la più antica comunità ebraica della diaspora, fedeli islamici e di altre confessioni e religioni. Agli stranieri offre accoglienza e tolleranza, rigetta la xenofobia, richiede il rispetto dei doveri di convivenza e della legalità». Ai gay e lesbiche invece non li considera nemmeno, a loro offre solo cultura, poesie, libri, mostre e dibattitti ma diritti niente . Verrà istituito infatti un “centro internazionale di cultura omosessuale” nella capitale, ma del registro delle unioni civili non se ne parla nemmeno.
Questo è l’annuncio dato dal candidato sindaco PD Rutelli durante l’incontro che si è tenuto al centro congressi della Cgil per l’accordo, (leggi inciucio), con la Sinistra l’ Arcobaleno, che non appoggia il PD a livello nazionale ma lo fa a livello locale. I deliri della politica italiana. O meglio i deliri della sinistra italiana. E’ questo il secondo delirio, il primo infatti, a livello nazionale è rappresentato dal PD stesso e dall’ostinatezza di Veltroni che a tutti i costi vuol far stare insieme laici e cattolici, dai più moderati ai più estremisti. Ma ve l’immaginate la Binetti e la Bonino? Cilicio e pillola abortiva?
Tornando al Campidoglio, da lì, scrive Cinzia Gubbini sul Manifesto “riparte l’Unione”. Rutelli e la Sinistra l’Arcobaleno che uniscono le loro forze contro la Destra romana, agguerrita e inquietante. Ben venga, ma a farne le spese sono sempre le minoranze, che si vedranno negata la possibilità delle unioni civili. Riparte l’Unione forse in questo senso, visto che proprio a Roma la sinistra in consiglio comunale a dicembre aveva bocciato l’istituzione del registro per le unioni civili. E Cicciobello, (leggi Rutelli), sicuramente sollevato dall’assumersi questa responsabilità, lui cattolico praticante, ha detto infatti: non si fa, “sono le leggi dello Stato che disciplinano le unioni diverse dal matrimonio”.
Proprio mentre lo diceva, invece, a Pescara, dove il PD ha saputo trovare un’intesa con l’estrema sinistra in un momento così delicato e in assenza di un governo, ha approvato nell’ultimo consiglio comunale prima del voto di aprile, il registro delle unioni civili.
A Roma, invece, l’Arci Gay aveva consegnato giorni fa al candidato sindaco Rutelli, una lettera con alcune richieste chiare che, oltre all’approvazione del registro delle unioni civili chiedeva anche: l’asilo politico di gay lesbiche e trans perseguitati e condannati a morte in altri paesi, maggiori tutele e servizi per le coppie di fatto, eterosessuali e omosessuali, analisi sociale sulla omosessualità e transessualità, azioni formative nelle scuole per prevenire l’omofobia, sostegno e riconoscimento delle iniziative culturali tra le quali il Gay Pride (ricordiamo che proprio Rutelli revocò il patrocinio del Comune di Roma al World Gay Pride del 2000).
L’unica proposta di Rutelli è stata quella di costituire un “centro internazionale di cultura omosessuale” nella capitale, ovvero? Non si sa, immaginiamo letture di poesie, esposizioni, dialoghi e dibattiti sui diritti negati e che mai verranno concessi. Quindi, esistete, manifestate la vostra omosessualità come volete (possibilmente non per strada) e non pretendete nulla di più.
E la Sinistra Arcobaleno tace e acconsente.
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