Io sono María Eugenia! In Argentina figlia di desaparecidos denuncia i suoi “genitori adottivi”.
E’ iniziato martedì 19 febbraio a Buenos Aires il processo contro i due genitori adottivi e il capitano dell’Esercito in ritiro Enrique Berthier accusati di aver sottratto María Eugenia Sampallo Barragán ai suoi veri genitori e di aver annullato la sua vera identità.
Si tratta del primo processo nel quale una figlia di desaparecidos sequestrata dal regime militare argentino denuncia i suoi genitori adottivi.
I veri genitori di María Barragán, militanti del Partito Comunista Marxista Leninista, furono sequestrati nel 1977, insieme al loro bambino di appena tre anni che successivamente fu consegnato al nonno paterno. La donna era incinta di sei mesi e partorì María in un centro clandestino di detenzione, la bimba tre mesi dopo il parto fu consegnata ad una nuova famiglia adottiva.
Dei veri genitori di María non se ne è saputo più nulla e fanno ormai parte della lunga lista di trentamila persone scomparse in Argentina tra il 1976 e il 1983 durante il periodo della dittatura militare.
Nel 2001 la ragazza, oggi trentenne, per mezzo dell’esame del DNA ha potuto accertare la sua vera identità e dare seguito alla denuncia che ha portato a questo processo che la vedrà coinvolta come testimone. E’ la prima nipote recuperata dall’Associazione Abuelas de Plaza de Mayo.
“Loro credevano di essere dei salvatori. Pensano che quello che hanno fatto fu giusto” ha detto María Eugenia. “La condanna a chi si è appropriato di un bambino non è accettata socialmente. Credo che abbia a che fare con qualcosa di più generale che riguarda il fatto su chi siano le persone più adatte e quelle meno a crescere un bambino. In ogni momento e anche adesso potrebbero togliere i bambini ai poveri perchè ci sono altre classi sociali che possono crescerli meglio. Nel ’70 erano i militanti che non avevano i mezzi per crescere i loro figli. E la Giustizia, quando tratta un caso di sequestro di bambini durante la dittatura non lo fa come se fosse un caso grave, ma come se stesse trattando un caso di furto di automobili” denuncia inoltre.
Per la coppia che ha adottato la bambina e per il militare sono stati richiesti 15 anni di carcere, il medico che ha redatto il falso certificato di nascita invece è già deceduto da tempo.
Berthier nega di aver sequestrato e ceduto bambini e la coppia ha rifiutato qualsiasi dichiarazione ma un testimone ha dichiarato che in una occasione la madre adottiva avrebbe detto a María: “Se non fossi per me ti troveresti in una fossa, mocciosa capricciosa, dovevi essere figlia di una guerrigliera per essere così ribelle...”
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AGGIORNAMENTO:
Il 4 aprile 2008 è stata emessa la sentenza con la quale sono stati condannati a 8 e 7 anni "los apropriadores", i falsi genitori Osvaldo Arturo Rivas e María Cristina Gómez e a 10 anni l'ex capitano Enrique José Berthier.
Ascolta qui "Nel nome del popolo argentino..." la puntata del 5 aprile di Inviato Speciale di Cecilia Rinaldini.
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