Il 28 agosto nel Club de Periodistas di Città del Messico si è tenuta la prima assemblea del Frente Nacional contra la Represión, (Fronte Nazionale Contro la Repressione) organizzata da moltissime associazioni civili tra cui il comitato EUREKA (per la Difesa dei Prigionieri, Perseguitati, Desaparecidos ed Esiliati Politici del Messico) fondato dalla senatrice Rosario Ibarra de Piedra (PT Partido del Trabajo) che presiede anche la Commissione Nazionale dei Diritti Umani in Senato.
Alla riunione hanno partecipato associazioni civili per la difesa dei diritti umani, la Asamblea Popular de los Pueblos de Oaxaca, el Frente de Pueblos en Defensa de la Tierra de San Salvador Ateneo, il Consejo para la Defensa de Los Derechos Humanos e la LIMEDDH tra gli altri.
La necessità di unire le forze e convocare un Fronte Nazionale contro la repressione si è fatta urgente in quanto ormai in Messico si sta assistendo ad una progressiva militarizzazione dello Stato e il governo federale già precedentemente con Fox e ora con l’attuale presidente Calderón sta portando avanti una politica di sistematica repressione di ogni manifestazione di protesta civile dei movimenti popolari, di cui Atenco e Oaxaca hanno rappresentato soltanto l’espressione più visibile e più internazionalmente conosciuta di quanto sta accadendo nel paese. Di fatto l’intolleranza e la repressione serpeggiano e il Messico sta lentamente scivolando verso una deriva di violenza che viene spesso mascherata dalla crociata contro il narcotraffico e la delinquenza intrapresa da Felipe Calderón , ma che in realtà colpisce sempre e comunque i contadini, gli indigeni, le donne e i più indifesi come sempre.
Particolarmente preoccupante è la situazione della violenza alle donne, vere e proprie vittime di un’espressione criminale “in uniforme”.
In Messico si dice che si sta assistendo ad un ritorno della “guerra sucia” degli anni 60/70, gli ultimi due casi di desaparecidos risalgono infatti appena a maggio di quest’anno e si tratta di Raymundo Rivera Bravo e Edmundo Reyes Amaya due militanti dell’EPR (Esercito Popolare Rivoluzionario) scomparsi da Oaxaca.
La necessità quindi di unire le forze di tutte le espressioni di lotta civile organizzata che qui nel paese sono molteplici e diversissime fra loro (perché su vari fronti si compiono qui le violenze dei diritti umani), in un unico grande Frente Nacional Contra la Represión, dal carattere plurale e democratico.
Alla costituzione del Frente è stata chiamata a partecipare il comitato EUREKA fondato dalla storica militante Rosario Ibarra de Piedra, varie volte candidata al Premio Nobel per la Pace, candidata presidenziale in passato e attualmente senatrice e presidente della Commissione dei Diritti Umani in Senato, ma
soprattutto madre di Jesús Pietra Ibarra, scomparso nel 1974. Rosario Ibarra de Piedra da allora si dedica con energia e coraggio alla difesa delle cause civili e dei diritti dei prigionieri ed esiliati politici, contro la sparizione forzata e la tortura.
Il 28 agosto è una data importante per le madri messicane, si commemorano infatti i 29 anni dello storico sciopero della fame organizzato nel 1978 per chiedere la riapparizione in vita dei loro figli davanti alla Cattedrale nello Zócalo di Città del Messico. Allora si costituì, al grido di “vivos los dejamos, vivos los queremos!” (vivi li abbiamo lasciati e vivi li vogliamo!) il comitato Eureka e il primo Frente Contra la Represión che ottenne un’aministia per 1500 prigionieri politici e la riapparizione in vita di 148 desaparecidos.
Il nuovo Fronte che si è costituito invece il 28 agosto di quest’anno, propone:
- la libertà di tutti i prigionieri politici
- la riapparizione in vita di tutti i desaparecidos
- la cancellazione dei mandati di cattura e la fine della persecuzione degli attivisti sociali
- porre un freno alla militarizzazione crescente del paese e alla criminalizzazione delle proteste sociali
- un battaglia contro l’impunità e per la condanna dei responsabili della repressione e dei crimini contro il popolo
Il Fronte si propone pertanto di portare avanti denunce sistematiche contro l’operato dell’attuale governo di Felipe Calderón ed è opinione comune a tutte le organizzazioni che hanno preso parte all’assemblea che il suo è un governo illegittimo che cerca di governare il paese solo con l’uso della forza.
E’ stato entusiasmante percepire lo spirito rivoluzionario e l’ardente desiderio di giustizia che hanno animato la riunione, sentire la solidarietà tra i suoi partecipanti. Giovani, vecchi, donne e bambini, singoli individui e associazioni, rappresentanti di sindacati e di comunità indigene, ognuno con la sua storia e le sue proposte, tutte regolarmente annotate e registrate dagli organizzatori.
Tutti insieme per gridare NO – BASTA CON LA REPRESSIONE!
Ed è stato un grido unanime che si è levato varie volte nella sala del Club de Periodistas.
C’era il magistrato Roberto Laza Hernandez che ha posto la sua esperienza e quella di un nutrito gruppo di suoi collaboratori al servizio del Frente.
Un rappresentante di Sonora ha esposto il problema degli alloggi della città, mentre un rappresentante di un movimento sociale ha esposto il programma del suo gruppo per organizzare il 15 settembre il “controgrito”, opposto a quello del presidente “espurio”, perché ha spiegato, “il grito è stato dato originariamente e storicamente dal popolo messicano contro i dominatori”.
Si è alzata una donna che ha fatto notare come stia diventando sistematica e quindi “politica” la violenza sulle donne, indigene, contadine e prigioniere politiche.
Una donna di Atenco ha preso la parola e ha raccontato in un sentito intervento di come ringrazi Dio tutti i giorni perché “io e i miei figli siamo vivi, dopo quello che è successo l’anno scorso ad Atenco, spaventati ma vivi”. “Non riesco ad immaginare – ha aggiunto – il dolore di avere un figlio desaparecido”. Rosario Ibarra, al tavolo sul piccolo palco, visibilmente commossa, ha abbassato lo sguardo.
“Quello che ci da la forza –ha continuato- è sapere che noi di Atenco non siamo soli e mai ci siamo sentiti soli dopo quello che è successo”
“No están solos” , non siete soli, un grido si è alzato ancora in sala, ripetuto decine di volte.
Il Frente nacional serve anche a questo.
Serve a dar voce al compañero Manuel, 102 anni, ferroviere, che sebbene dica che la situazione non sia molto cambiata rispetto a quando lui era più giovane, mette a disposizione le sue energie.
Si raccolgono firme ed adesioni, ci si scambia inviti, indirizzi e numeri di telefono, c’è molto da fare e si appronta una fitta agenda di appuntamenti: la marcia dal El Ángel (il monumento all’Indipendenza, simbolo della città) fino allo Zócalo del 31 agosto al grido di “libertad para los presos politicos y aparición de los desaparecidos” (libertà per i prigionieri politici e apparizione degli scomparsi) e soprattutto la grande giornata commemorativa del 2 ottobre quando nell’anniversario della Strage di Tlatelolco verrà dato vita ufficialmente al Frente Nacional Contra la Represion.
Poco prima del termine dell’assemblea, è arrivata anche Elvira Arellano, di ritorno dall’udienza con il presidente Felipe Calderón, la quale ha rilasciato queste dichiarazioni alla stampa nazionale presente.
Invece la Senatrice Rosario Ibarra de Piedra per il blog annalisamelandri.it ha concesso questa intervista esclusiva.
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