La destra conservatrice messicana, rappresentata dal PAN, Partito di Azione Nazionale, ha sempre avuto un debole per i personaggi venezuelani legati in qualche modo al fallito golpe dell’11 aprile 2002 contro il presidente Hugo Chávez..
Poco prima delle elezioni presidenziali dello scorso anno, Felipe Calderón , nel corso della campagna elettorale che lo portò alla presidenza del paese, aveva manifestato in varie occasioni il suo disappunto riguardo al fatto che i messicani si recassero a Caracas per essere curati gratuitamente alla vista con il programma Operación Milagro, argomentando che si trattava di un’evidente intromissione del Venezuela al processo elettorale messicano.
Non aveva invece disdegnato, sebbene fosse anche quella un’evidente intromissione al processo elettorale messicano, l’appoggio dell’ex primo ministro spagnolo José María Aznar, alla sua campagna elettorale.
In ogni evento organizzato dalla destra messicana sono presenti attivisti venezuelani contrari a Chávez invitati per diffondere propaganda contro il governo del loro paese, ospitati dal PAN e dal movimento internazionale conservatore che ad esso fa riferimento, l’ODCA (Organizzazione americana dei democratici cristiani, che riunisce più di trenta partiti politici latinoamericani) il cui presidente attuale è Manuel Espino, dirigente del PAN, il quale dichiarò a suo tempo che il PAN “intraprenderà tutte le azioni necessarie per mettere in difficoltà il Presidente del Venezuela, così come il Governo cubano”.
Poco prima della vittoria di Calderón alle presidenziali messicane del 2 luglio 2006 Espino rese note anche le linee guida per la politica estera del Partito di Azione Nazionale e dell’ODCA :“dopo aver vinto la Presidenza del Messico il 2 luglio 2006 vamos por Venezuela” .
In realtà è fitta e dinamica la rete di legami e connivenze tra la destra messicana e quella golpista venezuelana, sotto la sapiente regia di quella spagnola guidata da Aznar, di cui è noto il suo appoggio al golpe venezuelano, quando era ancora capo del governo.
Nel giugno del 2003 l’Associazione Nazionale Civica Femminile (Ancifem) un gruppo femminile con solidi legami nel PAN , organizzò a Città del Messico il suo XIV congresso nazionale in cui una delle conferenze principali fu tenuta dal politico cattolico venezuelano Eduardo Fernàndez , del COPEI (Partito sociale cristiano venezuelano) che illuminò la platea sulla situazione del suo paese.
Fernández fu presidente dell’ODCA e fece da tramite tra la Spagna e il Venezuela nell’organizzazione del golpe contro Chávez, pochi giorni prima dell’11 aprile 2002 lo troviamo infatti a Madrid da cui ritornò a Caracas via Washington dove partecipò ad una riunione dell’ODCA.
Il PAN rinnova in questi giorni il suo appoggio a quella parte della società venezuelana che sta cercando consensi nella comunità internazionale per la sua critica al governo eletto con il pieno consenso e in piena legittimità di Chávez. Marcel Granier, infatti, direttore di RCTV, al centro della polemica nei giorni scorsi per il mancato rinnovo della sua licenza, riparte dal Messico per proseguire con la sua campagna di discredito e delegittimazione del suo Presidente.
In questa settimana infatti si trova a Città del Messico, accompagnato da José Maria Aznar , dove i due si incontreranno con alcuni dirigenti del PAN.
Incontreranno anche alcuni membri dell’ODCA, il cui presidente attuale è Manuel Espino, lo stesso Espino che evidentemente sta mantenendo la promessa fatta prima della vittoria del PAN alle elezioni, e cioè quel vamos por Venezuela di cui sopra.
Nella stessa sede dell’ODCA avverrà inoltre un incontro tra Aznar, Granier e l’ex presidente messicano Vicente Fox. Aznar parlerà del suo programma “America Latina , un’agenda per la libertà” e Granier diffamerà a gran voce il governo venezuelano.
“L’America Latina, un’agenda per la libertà” fu presentata dalla FAES (Fondazione per l’Analisi e gli Studi Sociali) di cui Aznar è il presidente, all’IRI (Istituto Repubblicano Internazionale) e al NDI (Istituto Democratico Nazionale per gli Affari Internazionali) a Washington il 10 aprile scorso.
“L’agenda della libertà” di Aznar è un programma in cui il falangista spagnolo auspica un futuro per il Sud America basato sui valori occidentali dove per “occidente” si intende “il mondo che ha le sue radici nella tradizione greco-romana classica” e che ora “prospera grazie al libero mercato”, da contrapporre a quelle istanze che si ispirano al Socialismo del XXI secolo e “cercano di allontanare questa regione del mondo dal progresso e metterla contro al resto del mondo”.
Ricordiamo che attraverso l’IRI e l’NDI passarono fondi statunitensi in appoggio al golpe venezuelano del 2001.
Trovando immediatamente campo di applicazione per la sua “agenda per la libertà” Aznar a Città del Messico ha confermato il suo appoggio a Marcel Granier dopo quello già concessogli in occasione del golpe a Caracas del 2002.
Marcel Granier dal canto suo ha confermato di aver già preso contatti con importanti società televisive messicane per trasmettere il segnale di RCTV dal Messico e per produrre insieme programmi televisivi.
“Il nostro impegno -ha detto Granier- con i nostri dipendenti, con il nostro pubblico televisivo e con i nostri azionisti è ristabilire quel contatto, che sia dal Venezuela o dall’estero” aggiungendo che “Chávez sta conducendo il Venezuela su di una strada pericolosa di totalitarismo, di confisca di tutti i poteri, di eliminazione della libertà e sta cercando di estendere questo progetto ad altri apesi”.
Le televisoni messicane che ovviamente offriranno appoggio a RCTV saranno Televisa e TV Azteca, che detengono il monopolio dell’offerta televisiva nel paese.
Televisa controlla il potere mediatico in Messico, potere che si è ulteriormente consolidato con la così detta “Ley Televisa” dell’aprile 2006, che di fatto ha sancito la privatizzazione di un bene pubblico come quello delle frequenze televisive e radiofoniche.
Intanto il ministro degli esteri venezuelano, Nicólas Maduro ha denunciato che “continuano le ingerenze straniere in affari interni del governo venezuelano”, riferendosi alla conferenza tenuta da Aznar a Città del Messico e con parole molto dure ha aggiunto che “Aznar crede di essere una specie di viceré in America e mercoledì scorso (a Città del Messico) si è sentito come chi va a colonizzare le nostre terre un’altra volta. Non lo ha fatto come presidente di un governo, ora pretende di farlo come portavoce di un impero finanziato da istituzioni nordamericane, nessuno dal nord può venire a darci lezioni di democrazia”.
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