La mia amica Monique Camus ha partecipato a Città del Messico alla II Convenzione Nazionale Democratica convocata allo Zócalo capitolino da AMLO, ricordiamo che dopo la vittoria elettorale di Felipe Calderón ottenuta a suon di brogli il 2 luglio scorso, Andrés Manuel López Obrador il 16 settembre 2006 aveva convocato allo Zócalo di Città del Messico la I Convenzione Nazionale Democratica alla quale avevano partecipato più di un milione di persone e che al di là delle rivendicazioni sulla frode elettorale aveva lo scopo di organizzare le azioni future.
Si creò allora il governo parallelo guidato da AMLO che giurò fedeltà (leggi qui) al suo popolo il 20 novembre 2006 sempre allo Zócalo di Città del Messico.
La Convenzione Nazionale Democratica si è riunita ancora una volta per fare un bilancio della situazione e pianificare le azioni future per portare avanti l'obiettivo principale e cioè quello di "trasformare il Messico, protegegre il popolo e difendere il patrimonio della Nazione".
Analizzando la risposta che il popolo ha dato alla frode elettorle, risposta responsabile e cosciente, Amlo non può fare a meno di constatare che l’atteggiamento adottato e il cammino intrapreso siano stati quelli giusti: né si è risposto secondo “i giochi della politica tradizionale” andando cioè a braccetto con coloro che hanno calpestato la volontà popolare, né tanto meno dando sfogo alla violenza, fatto che avrebbe solo delineato “la via crucis del carcere, dei morti, dei desaparecidos e della tortura”.
La II Assemblea della Convenzione Democratica del Messico è terminata domenica 25 Marzo con una grandiosa marcia che ha percorso i circa tre chilometri che separano il Monumento all' Angelo dell'Indipendenza dallo Zócalo di Città del Messico, in protesta contro le intenzioni del presidente Felipe Calderón di privatizzare la statale Petróleos Mexicanos.
Il movimento “è in piedi e più prima che poi trionferà”.
“Non siamo uno, non siamo cento, stampa venduta, contaci bene”
II Convenzione Nazionale Democratica
Monique Camus
Oggi ho marciato ancora una volta per un ideale.
Ho riconosciuto volti noti, ne ho visti di nuovi. Mi sono scontrata con le moltitudini. Ho sentito ciò che lo scrittore Elias Canetti nel suo libro “Massa e Potere” sostiene: una volta che uno si è abbandonato alla massa non teme più il suo contatto. In questo caso ideale tutti sono uguali tra loro. Nessuna differenza conta più, nemmeno quella dei sessi. Chiunque sia quello che ci troviamo appiccicato addosso, lo scopriremo identico a noi stessi, lo sentiremo nello stesso modo nel quale sentiamo a noi stessi”. Questa sensazione mi ha invasa, mi sono abbandonata alla massa. In modo pacifico circa novecentomila persone abbiamo marciato dal monumento del Ángel de la Independencia al Zócalo di Città del Messico.
Andrés Manuel López Obrador, Presidente legittimo del Messico, camminava sicuro della sua leadership, il Presidente spurio Felipe Calderón, giorni prima aveva riconosciuto davanti ad alcuni giornalisti de La Jornada la leadership del tabasqueño.
Insieme, uniti da un medesimo ideale: la trasformazione democratica del Messico attraverso i movimenti sociali originati dal Frente Amplio Progresista e i partiti di sinistra: PRD, Convergencia e Partido del Trabajo, Organizzazioni Civili, Sindacati, studenti e società in generale.
Resoconto della II Assemblea de la Convención Nacional Democrática (CND) realizzata tra il 21 e il 25 marzo a Città del Messico.
Si è conclusa con la marcia che alle 10.30 del mattino si è avviata verso lo Zócalo per presentare la sintesi dei lavori.
Principalmente, difendere il patrimonio nazionale, rifiutare la privatizzazione di Petróleos Mexicanos e difendere l’industria elettrica nazionalizzata, la non privatizzazione dei settori salute e alloggi; rifiuto della politica economica che beneficia i più ricchi del paese e gruppi di monopolio che speculano con la fame dei messicani.
La II Convenzione Nazionale Democratica ha avviato numerose iniziative e progetti per passare immediatamente all'azione:
Opporsi alla riforma che sta promuovendo la destra per modificare l’articolo 73 della Costituzione, è questa l’unica maniera di impedire che le zone archeologiche smettano di essere protette dal governo federale e rimangano in mano dei governi statali.
Esigere ai ministri che facciano marcia indietro con la così detta Ley Televisa la quale favorisce due catene televisive: Azteca e Televisa.
Redigere un inventario completo e dettagliato di tutte le ricchezze che integrano il patrimonio architettonico, culturale e artistico del paese, “affinché i messicani lo conoscano e difendano”.
In ambito educativo si è proposta la formazione di una “rete nazionale di amministratori dei cittadini per proteggere i diritti degli studenti all’educazione” in tutte le tappe dell’insegnamento.
“Un presidente deve avere tre qualità: non rubare, non tradire il suo popolo ed essere integro” ha segnalato nel suo discorso il Presidente legittimo del Messico, Andrés Manuel López Obrador.
Ha sottolineato l’accordo per l’instaurazione di una nuova Repubblica mediante un processo costituente e per rifiutare l’invasione di semi e alimenti transgenici, così come per rinegoziare il capitolo agricolo e zootecnico del Trattato di Libero Commercio con l’America del Nord.
Ha proposto di creare la Commissione di Verità, per indagare sul Fondo Bancario della Protezione al Risparmio (FOBAPROA).
Finalmente il leader della sinistra si è impegnato con i suoi sostenitori per dare impulso a una nuova convivenza sociale, una nuova economia e una nuova politica.
La Convenzione Nazionale Democratica è la forza e la sua praticabilità futura non si mette in dubbio, ma bisognerà indirizzarla bene, apportargli un sostegno dal basso, verso una costruzione orizzontale senza strutture burocratiche.
Di fronte a un panorama critico per la sinistra messicana e per il paese in generale, Andrés Manuel dovrà offrire soluzioni pratiche e non solo proposte di consolazione. È un leader necessario e onesto, di cui la Repubblica ha bisogno, per combattere in un Messico, frustrato dalla povertà estrema, dalla corruzione, dal narcotraffico, dall’esplosione di violenza, dalla militarizzazione imposta dal Presidente spurio, Felipe Calderón.
AMLO, sa che non è solo, che migliaia di messicani crediamo in lui e dovrà “trasformare il Messico come sia possibile, con ciò che sia possibile e fino a dove sia possibile” come disse a a suo tempo il miglior Presidente nella storia del Messico, Benito Juárez.
25/03/07
Monique Camus
Traduzione di Annalisa Melandri
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