Nei giorni scorsi i media italiani e non solo, alcuni politici e il Vaticano hanno dato ampio spazio al signor Alejandro Peña Esclusa e alla sua demagogia pre-golpista.
Perché di questo si tratta, di demagogia volta a preparare l’opinione pubblica ad un cambio radicale della politica venezuelana, che ovviamente non si dovrebbe realizzare democraticamente dal momento che Hugo Chávez ha il popolo venezuelano dalla sua parte.
Chávez va fatto passare come Hitler, bisogna far credere che la democrazia in Venezuela sia a rischio (vero Sig. Dell’Orefice?) e che in quel paese vengono calpestati i diritti umani.
Strano però, ci sono decine di associazioni per i diritti umani, tra cui HRW che dicono la stessa cosa (ma con tanto di prove e testimonianze a supporto e purtroppo anche con tanto di morti), della Colombia per esempio. Ci sono stragi di civili, di desaparecidos, di sfollati in Colombia, in un paese dove veramente rimane della democrazia solo il concetto astratto (e forse nemmeno più quello). Ma come mai nessun giornale titola mai “Uribe come Hitler” o “democrazia a rischio in Colombia” o nessuno in Vaticano si prende la briga di ricevere qualche attivista per i diritti umani? Come mai nessuno viene ricevuto nel Parlamento Europeo o dai nostri politici per denunciare le frodi elettorali che almeno in Colombia è praticamente sicuro che ci siano state, tanto più che il responsabile della campagna elettorale di Uribe nel Magdalena del 2002, sig. Noguera (ex console a Milano) è stato arrestato qualche settimana fa per collusione con i paramilitari?
Arriva invece un signor nessuno ma dal curriculum sinistro come Peña Esclusa in Europa, passando per Washington e gli si spalancano addirittura le porte del Vaticano.
Una pedina che sembra mossa opportunamente sullo scacchiere internazionale da mani esperte in questi giochi, mani che già hanno tentato il golpe in Venezuela nel 2002.
Il Sig. Peña è partito dal suo paese, che, dichiarando apertamente spera a breve di vedere guidato da un manipolo di militari, con la sua agenda sicuramente piena di indirizzi, nominativi e numeri di telefono di persone, strutture e contatti a cui far riferimento nelle varie tappe del tour. Sicuramente tra gli altri, i nomi di Aldo Forbice, Gaetano Pedullà, Lorenzo Cesa e il Cardinale Martino.
Siccome d’altra parte l’informazione ai giorni nostri, soprattutto tra i giovani, corre in rete, un paio di siti si sono prestati all’operazione tra cui quello di Radio Radicale e quello, per contenuti e temi trattati ben più inquietante chiamato Controcorrente e ospitato sull’area blog de Il Cannocchiale.
Tutto ha funzionato quasi alla perfezione e infatti durante i primi giorni del suo tour, per chi cercasse notizie in italiano su Peña Esclusa effettuando una ricerca su Google con il suo nome, praticamente esistevano esclusivamente le baggianate riportate dal sito di Radio Radicale e le sue dichiarazioni rilasciate a Il Tempo. Solo chi aveva dimestichezza con lo spagnolo poteva saperne qualcosa di più da qualche articolo riportato dai siti Voltaire e Aporrea (che a questo punto sarebbe bene tradurre).
Evidentemente però, nonostante il viaggio di Alejandro Peña Esclusa venga fatto passare come “clamoroso successo”, non erano stati fatti i conti con coloro i quali, attenti osservatori della realtà latinoamericana hanno avvertito immediatamente “puzza di bruciato”. E mi riferisco in modo particolare a Gennaro Carotenuto, in primis, ma anche a Maurizio Chierici de L’Unità e in minima parte a tutti coloro che come me dalle loro modestissime pagine web hanno in questi giorni diffuso per esempio gli articoli di Gennaro Carotenuto.
E’ così che a distanza di una settimana il lettore di lingua italiana che volesse sapere notizie su Alejandro Peña Esclusa non si trova più a leggere solamente i pericolosi vaneggiamenti di Radio Radicale o le dichiarazioni deliranti del Peña ma acquisisce notizie fondamentali, ovviamente omesse da tutti gli altri, dal magistrale articolo di Carotenuto che ci spiega come e perché per esempio hanno agito in questo contesto le pedine neocons Cesa, Forbice e Martino preparando il golpe in Venezuela, articolo ripreso da quasi tutti i siti che si occupano di America Latina e di informazione.
E questa si chiama controinformazione ed è veramente forse ciò che renderà (mi auguro) un po’ più difficile realizzare i piani di Peña Esclusa e dei suoi burattinai.
A una settimana di distanza quindi è certamente più difficile andare in giro a far credere che Chávez sia Hitler e che Peña sia un bravo ragazzo rappresentante dell’opposizione moderata venezuelana.
Un comunicato di Fuerza Solidaria opportunamente diffuso dalla sua agenzia stampa in Italia (il sito Controcorrente citato prima, che all’uopo ne ha messo sulla sua pagina un banner di dimensioni spropositate) recita testualmente: “la vasta eco che ha avuto il tour europeo dell’opposizione venezuelana, Alejandro Peña Esclusa, ha provocato una campagna calunniosa da parte dei comunisti italiani e dei circoli bolivariani infiltrati nel paese” ed “è stata lanciata da ambienti molto vicini alle formazioni politiche italiane che si richiamano all’eredità comunista una vera e propria campagna di disinformazione” e ancora … “la realtà è che questa campagna ingiuriosa, contraddittoria e scervellata, dimostra da una parte la preoccupazione che hanno gli ambienti della sinistra italiana simpatizzanti di Chávez che si diffonda nel territorio italiano la verità sui metodi di gestione del potere e sui vincoli con il terrorismo internazionale del presidente venezuelano, dall’altra il livello di infiltrazione cui sono arrivati i circoli bolivariani in Italia, grazie anche al sostegno finanziario diretto del Governo Venezuelano” .
Alla data odierna questo comunicato emerge in tutta la sua falsità e isteria proprio in virtù del fatto che in rete circolano in italiano sul golpista Peña esclusivamente gli articoli di Gennaro Carotenuto e di Maurizio Chierici, in quanto chi li legge e ha un minimo di conoscenza sul curriculum di due giornalisti sa benissimo che sia l’uno che l’altro sono ben lontani dall’essere legati in qualche modo alla politica italiana e soprattutto ai circoli bolivariani infiltrati nel paese.
Le affermazioni di Fuerza Solidaria contenute in questo comunicato poi sono tanto più gravi se si leggono in chiave politica, in quanto dirette apertamente contro una parte degli ambienti politici di casa nostra.
L’attacco è strumentale in quanto chi avesse seguito bene la vicenda in questi giorni si è reso perfettamente conto che non un solo politico di sinistra si è espresso a proposito della visita in Italia di Alejandro Peña Esclusa.
Cosa d’altra parte ancora più inquietante è che sebbene la TFP Italia (la setta Tradizione, Famiglia e Proprietà) in un’ occasione abbia preso le distanze da Peña Esclua e sebbene nel comunicato di Fuerza Solidaria si legge che egli non “ha mai militato nell’organizzazione” da più di un articolo in rete si legge che egli almeno in Venezuela è stato un membro attivo di TFP.
In Italia alla TFP si sono ispirati e originati i due movimenti di Alleanza Cattolica e successivamente del Centro Culturale Lepanto, ambedue legati agli ambienti di estrema destra italiani e dell’ultraconservatorismo cattolico.
“Alleanza Cattolica formata da laici cattolici si propone la propagazione positiva e apologetica e la realizzazione della dottrina sociale della Chiesa… Nell’articolo 4 dello statuto si legge che l’associazione si muove nella prospettiva dell’instaurazione della regalità di Cristo anche sulle società umane” (cfr. Emanuele del Medico - All’estrema destra del padre, – pag. 111).
“Il Centro Culturale Lepanto ha come fine la difesa dei principi e delle istituzioni della Civiltà Cristiana, dei valori tradizionali e familiari e ha avuto vasta eco sui media nel 1995 in occasione dell’organizzazione di una recitazione pubblica del rosario per riparare alla blasfema erezione di una moschea a Roma per la comunità islamica della città” (cfr. Emanuele del Medico - All’estrema destra del padre, pag. 95/96).
Lungi da me affermare che Alleanza Cattolica e Il Centro Culturale Lepanto siano coinvolti nel viaggio di Peña Esclusa o siano anch’esse “pedine neocons”, per dirla alla Carotenuto, ma certo che ad una attenta analisi del sito Controcorrente portavoce in Italia di Fuerza Solidaria, qualche dubbio viene. In questo sito il banner di Fuerza Solidaria per esempio giganteggia tra una fotografia di Papa Ratzinge e uno anti-Dico, il sito è apertamente contro il governo attuale tanto che si rivolge al Presidente Napolitano con “tu non sei il mio presidente” ed è sfacciatamente antimusulmano e pro Stati Uniti.
Non bisogna dimenticare che in Italia “la diffusione del verbo cattolico integrista tramite modem è abbastanza recente , ma oggi sembra essere caduta ogni resistenza, dando adito a una proliferazione di home-page controrivoluzionarie” magari rifacentesi a movimenti più grandi e conosciuti, inoltre, “non esiste un monitoraggio esaustivo delle presenze riconducibili all’ambiente tradizionalista” cattolico e che “risulta comunque operazione estremamente laboriosa disegnare oggi una mappa completa della galassia in cui gravitano sigle e personaggi dell’integralismo cattolico italiano” i quali sono spesso legati agli ambienti di estrema destra (Forza Nuova per esempio).
Cito da Pippo Guerrieri: “Uno dei gruppi della galassia tradizionalista fascista è Alleanza Cattolica sorta a metà degli anni ’60 a Piacenza ed ancora attiva, pubblica una rivista “Cristianità” e il suo fondatore è Giovanni Cantoni, amico di Freda, uno dei responsabili della strage di pz. Fontana a Milano.
Cantoni è stato ordinato sacerdote dal gruppo scismatico dei léfebvriani; un altro dei padri è Agostino Sanfratello, molto vicino a Forza Nuova ed interprete in Italia della posizione della destra cattolica brasiliana che ruota intorno all’Alleanza per la difesa della tradizione, della famiglia e della proprietà, la cui sigla TFP è tristemente famosa in America latina per i suoi richiami ai settori golpistici. Il responsabile cileno di AC è stato ambasciatore di Pinochet presso la santa sede; in Italia ha tra i suoi membri più attivi alcuni avvocati difensori di squadristi e stragisti. I legami con AN sono consolidati, tra gli altri aderiscono a AC il consigliere regionale lombardo Pietro Maccone e il deputato Alfredo Mantovano, ma vi troviamo uomini politici anche di Forza Italia e dei CCD. Alcuni membri hanno rapporti con Scientology e tramite essa emergono i collegamenti con la destra fondamentalista americana e con lo stesso governo USA”.
Inserendo la vicenda di Peña Esclusa in un contesto più ampio, soprattutto per il coinvolgimento diretto del Vaticano, come non riflettere sul fatto che i valori promossi e propagandati da associazioni o sette che dir si voglia quali la TFP, Centro Culturale Lepanto o Alleanza Cattolica sono più o meno gli stessi di cui si sta facendo prepotentemente portavoce il Vaticano nella nostra società sotto il Pontificato di Benedetto XVI?
La campagna contro i Dico, per esempio, ma anche l’affermazione della superiorità della cultura cristiana contro la barbarie di quella islamica, i rinnovati toni di condanna contro l’aborto e il divorzio, l’affermazione sempre più prepotente di “quei valori tradizionali e familiari” cari ai Lepantini.
Quello stesso Pontificato che se da una parte va richiamando solennemente Jon Sobrino, uno dei padri fondatori della Teologia della Liberazione per le sue “posizioni erronee e pericolose” rispetto ai dogmi della fede, dall’altra riceve Peña Esclusa e lo indirizza ai politici (e se non è ingerenza della Chiesa nella politica questa, ditemi voi come si deve chiamare).
Un Pontificato che forse come negli anni più bui delle dittature latinoamericane in America Latina si sta schierando dalla parte sbagliata…
Fuerza Solidaria dalle pagine del suo sito inoltre preannuncia che una filiale (la terza) è stata aperta in Italia, dopo quelle del Messico e di Washington (sic!) e la quarta sarà in Spagna.
Mi chiedo cosa altro dobbiamo accogliere nel nostro paese. Evidentemente al peggio non c’è mai fine, sì a Vicenza, sì ai Voli Cia, sì a consoli e ambasciatori narcoparamilitari colombiani, sì a Fuerza Solidaria, sì anche a un golpe contro Chávez?
Per quel poco che conta, come cittadina italiana mi sono sentita in diritto/dovere di porgere la mia solidarietà al governo della Repubblica Bolivariana del Venezuela con una lettera indirizzata alla sua Ambasciata nel nostro paese, mettendo a disposizione questo modestissimo spazio per denunciare i media compiacenti e per diffondere notizie.
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