Resosi conto forse troppo tardi che mentre si trovava impegnato nelle sue guerre preventive il “patio trasero” (il cortile di casa) cambiava velocemente destinazione d’uso, George W. Bush viaggia in America Latina e precisamente in Colombia, Brasile, Uruguay, Messico e Guatemala dall’8 al 14 Marzo. Promettendo demagogicamente più democrazia e aiuti contro la povertà, in realtà cercherà di incrinare e minare il processo di integrazione latinoamericana.
Si tratta di uno sforzo diplomatico volto a confermare alleanze già collaudate con la Colombia, il Guatemala e il Messico e a tirare dalla sua parte in un ultimo maldestro tentativo di isolare Chávez, i governi di Uruguay e Brasile.
Bush nel suo ultimo discorso ha paragonato gli obiettivi di questo suo viaggio a quelli del programma dell’Alleanza per il Progresso del 1961 di Kennedy , promosso a Punta del Este nella riunione del Consiglio Interamericano Economico e Sociale dell’Organizzazione degli Stati Americani. In quella riunione c’era anche una delegazione cubana capeggiata da Ernesto Che Guevara, il quale in un appassionato discorso carico di orgoglio e amore per la Rivoluzione Cubana denunciò apertamente l’aspetto politico della Conferenza e cioè quello di “essere concepita contro Cuba e contro l’esempio che Cuba rappresenta per tutto il Continente latinoamericano”.
E così questo viaggio di Bush è politico nel senso che i suoi intenti sono i medesimi di quelli dell’Alleanza per il Progresso di Kennedy, contro Chávez adesso, contro Castro allora, contro la Rivoluzione Cubana allora, contro quella Bolivariana adesso.
Ma è come se Bush e il modello neoliberale e imperialista che tenta ancora di imporre all’America Latina si trovassero alla resa dei conti finale. Realtà contadine, indigene, operai, movimenti ecologisti ognuno con un suo programma e metodologia di azione, manifestano a gran voce contro il modello neoliberale che proprio nella regione ha dimostrato tragicamente sulla pelle di milioni di persone tutti i suoi errori.
In tutti gli stati che saranno visitati da Bush si leva in alto la voce del popolo contro il "genocida", il "terrorista n. 1", il "nazi" e via di seguito.
E così mentre Bush tra imponenti misure di sicurezza si chiude nei palazzi governativi, Chávez acclamato dal popolo nelle piazze viaggia in Argentina e Bolivia.
E’ come se idealmente il testimone della lotta antimperialista sia passato idealmente da Che Guevara a Hugo Chávez. Mentre Che Guevara a Punta del Este nel lontano 1961 lanciava accuse contro la politica statunitense e i suoi tentativi di isolare Cuba dal resto del mondo e auspicava l’unità economica e politica latinoamericana altrettanto fa Chávez dal Venezuela e dall’Argentina dove si trova in questi giorni, difendendo il suo Socialismo del XXI secolo e l'unità della regione, e se Punta del Este segue di poco l’invasione della Baia dei Porci non dimentichiamo che questo viaggio di Bush segue di poco il tentato golpe in Venezuela organizzato in combutta con la Cia, e l’arresto di due militari venezuelani nei giorni scorsi accusati di essere gli organizzatori di un complotto per attentare alla vita di Hugo Chávez.
Attento Hugo, stessi metodi…
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