…L’unica mia arma era la mia onestà.
Ma mi hanno condannato.
…sono come un colombo che si guarda sempre intorno, incuriosito e impaurito…
… sapete che cosa vuol dire imprigionare il corpo e la mente di un uomo nella paura di un colombo?...
…Chissà quali ingiustizie mi troverò davanti.
Ma nel mio cuore impaurito di colombo so che la gente di questo paese non mi toccherà.
Perché qui non si fa male ai colombi. I colombi vivono fra gli uomini.
Impauriti, come me, ma come me liberi.
E’ l’ultimo articolo pubblicato da Hrant Disk giornalista e scrittore turco armeno su Agos, il settimanale di cui era direttore, ieri mattina, poche ore prima di essere ucciso a Istanbul davanti alla redazione del suo giornale con tre colpi di pistola alla testa.In base all’articolo 301 del codice penale turco era stato ritenuto colpevole di offesa all’identità turca per aver parlato apertamente del genocidio armeno del 1915 e contro di lui si era scatenata una campagna mediatica diffamatoria che forse lo aveva ucciso ancor prima che lo raggiungessero le tre pallottole.
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