Qui la risposta di Fides et Forma
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Nell'Italia di oggi, malata di egoismo ed individualismo, sempre più alla deriva dal punto di vista ormai anche della normale convivenza e civiltà, non poteva mancare in questa ripresa dalle vacanze – che sempre meno gente può permettersi – la silenziosa e mortale clava del Vaticano, a rimettere ordine tra i sacerdoti non allineati con il pensiero unico autorizzato sotto i porticati di San Pietro.
A pochi giorni dalla ripresa dei lavori parlamentari sul testamento biologico, il Vaticano ha diffuso infatti una dura nota di condanna contro i 41 sacerdoti che – ormai 5 mesi fa – si erano espressi a favore della libertà di scelta sulla fine della vita, firmando un appello pubblicato poi dalla rivista Micromega. Erano i giorni in cui si susseguivano uno dopo l’altro gli sconcertanti episodi di bigottismo e populismo politico-istituzional-ecclesiale che hanno accompagnato passo passo le sofferte evoluzioni del caso Eluana Englaro.
A distanza di cinque mesi il vaticano regola insomma i conti con i 41 preti ribelli che si erano permessi di opporsi alle istruzioni impartite dalla CEI ed alla legge sul testamento biologico.
La Congregazione vaticana per la Dottrina della Fede ha inviato una lettera riservata ai vescovi delle diocesi di appartenenza dei 41 preti con un ordine preciso: convocarli per richiamarli all'ordine ed eventualmente punirli.
Nell'appello firmato dai 41 sacerdoti si affermava che «La legge sul testamento biologico che il governo e la maggioranza si apprestano a votare imprigiona la libertà di tutti i protagonisti coinvolti al momento supremo della morte. Con la forza della ragione e la serenità della fede ci opponiamo ad un intervento legislativo che mortifichi la libertà di coscienza. Come credenti riteniamo che chiunque come è stato libero di vivere la propria vita, così possa decidere anche di morire in pace, quando non c'è speranza di migliorare le proprie condizioni di esistenza umana».
La libertà di pensiero, di coscienza e di espressione è il peccato mortale dei 41, secondo il Vaticano: hanno dato la loro adesione ad un testo contrario alla dottrina cattolica.
Tra i 41 si trovano numerosi preti impegnati da anni nelle lotte sociali e in difesa dei diritti umani: tra questi don Angelo Cassano sacerdote di Bari, città da cui porta avanti battaglie per i diritti dei migranti e contro i CPT e dove da anni regge una parrocchia e raccoglie attorno a sé un gruppo di giovani e volenterosi che si danno da fare per gli umili, gli immigrati, gli esclusi. E ancora don Andrea Gallo delle comunità genovesi, don Albino Bizzotto dei Beati Costruttori di Pace, don Alessandro Santoro, don Vitaliano e molti altri sacerdoti che, più che predicare dall'altare, scendono in strada e nelle piazze a praticare il messaggio di carità, amore e umiltà che è la base e il vero senso del messaggio cristiano.
Il provvedimento medievale svela la doppia morale di un paese la cui etica è annegata in un mare di banchetti, processi farsa e riti orgiastici, ma in cui l’onnipresente 'madre chiesa' invece di occuparsi di carità ed umiltà non ha altra priorità che dare addosso a chi assieme agli ultimi vive e lotta, osando mettere in discussione i dettami dalla dottrina cattolica.
Sul blog ‘Fides et forma’, riconducibile all'Opus Dei, è apparsa nei giorni scorsi una lista dei sacerdoti incriminati che a leggerla vengono i brividi: epiteti e descrizioni offensive, dissacranti, razziste. Parlando di Don Angelo Cassano, che tra l'altro ha il "demerito" di collaborare con A Sud, la descrizione recita “il parroco – sic – di Bari che dovrebbe tornarsene tra gli indigeni colombiani”. Si parla poi di don Gallo come “il notissimo autore del calendario dei trans genovesi”, di don Albino Bizzotto come “il prete che collabora con Liberazione e adesso sciopera per la base Dal Molin come Pannella o i monaci Birmani”, o ancora di “quello che tirava i sanpietrini nel 77”; di “un altro marxista fallito” e via così discorrendo, alternando insulti omofobici e fascistoidi.
Infine, vale la pena ricordare che negli stessi giorni in cui viene diffusa la notizia delle scomuniche contro i “pericolosissimi preti rivoluzionari”, arriva anche un'altra notizia: la chiesa, la santa madre chiesa, ha deciso di assegnare al leghista Calderoli il “premio Giovanni Paolo II”, per “essersi distinto nella difesa dei valori cristiani”, tra i quali com’è noto è annoverato anche l’odio verso gli immigrati e gli omosessuali.
Ulteriore sintomo della follia collettiva in cui tutto il paese è precipitato ormai da troppo tempo, di una Italia prostrata e agonizzante che invece di pensare a come risollevare le sue sorti cannibalizza le parti migliori di sé.
A questi 41 preti – che rappresentano oggi più che mai un punto di riferimento di cittadini e fedeli – a rischio purga a causa del coraggio attraverso cui testimoniano con la propria vita una scelta di impegno diretta all'altro, sia esso uguale o diverso, vanno la nostra solidarietà, il nostro appoggio e sostegno incondizionato.
Redazione A Sud
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