Via la teca in vetro che custodisce il monumento dell’Ara Pacis a Roma. Il progetto dell’architetto romano Richard Meier, realizzato sotto la precedente amministrazione comunale di Walter Veltroni è stato da sempre criticato duramente dalla destra capitolina e non solo.
Vittorio Sgarbi l’ha elegantemente definita “un cesso”. In realtà si tratta di un connubio tra high tech e passato che ha ridato visibilità all’Altare della Pace di Augusto, monumento voluto dal Senato nel 13 a.C. e terminato nel 9 a.C.
Alemanno smonterà la teca (non vedeva l’ora!) e la ricostruirà in una periferia romana.
Girano voci che al suo interno troveranno posto i nomadi dei circa sessanta campi rom che ha appena dichiarato di voler smantellare al più presto.
Un museo visibile solamente dall’esterno grazie alle pareti in vetro che potranno testimoniare le condizioni di vita aberranti in cui riesce a vivere una sottospecie umana. Sono previste gite scolastiche a scopo didattico, Auschwitz è infatti troppo lontana e costosa. E ormai è storia vecchia.
Comunque i nomadi al suo interno potranno beneficiare temperatura ottimale e un tasso di umidità costante, che secondo il progetto del Meier avrebbero garantito lunga vita all’Era Pacis, a dispetto di inquinamento e rumore.
Ulteriori interventi verranno realizzati sul Colosseo, l’anfiteatro Flavio tornerà agli antichi splendori.
Verrà ripristinata l’antica pavimentazione e sabbia del Tevere sarà utilizzata per assorbire il sangue.
Saranno ripristinati infatti i giochi tanto apprezzati nell’antichità.
Innazitutto combattimenti tra romeni e sorci, che sono diventati nei secoli grandi e pericolosi come leoni.
Inutile dire che i primi verranno raccolti nelle periferie, i secondi nei campi nomadi smantellati.
Lo smantellamento dei campi nomadi sarà infatti un’operazione ecocompatibile, non si butterà via nulla, i nomadi sotto la teca, i sorci nel colosseo, legno e metallo delle baracche nella raccolta differenziata.
Finiti i romeni, vera emergenza cittadina, si passerà agli extracomunitari, la giunta sta decidendo se dare la priorità ai marocchini o ai cinesi e poi, dulcis in fundo, toccherà ai militanti dell’estrema sinistra e agli occupanti dei centri sociali, che inutile dirlo verranno recuperati anch’essi.
Si rende urgente in città infatti l’acquisizione di locali dove installare “Centri di Studio della Storia” dove volontari si dedicheranno alla riscrittura dei libri di testo della scuola.
La rivoluzione “nera” di Alemanno neosindaco di Roma è servita.