Ci rivolgiamo a voi in quanto donne di associazioni per la Pace e per i Diritti Umani, chiedendo il vostro intervento solidale per la situazione delle donne mapuche, appartenenti a un popolo di cultura millenaria che abita il sud del Cile e dell’Argentina ancor prima dell'arrivo degli spagnoli.
Consideriamo la loro situazione drammatica. Molte sono in carcere, perseguitate, minacciate, torturate e criminalizzate perché lottano contro la repressione inflitta dal governo cileno al loro popolo, chiedono la fine dell'occupazione militare delle loro Comunità e il diritto ad una vita degna nella propria Madre Terra.
Il popolo mapuche lotta contro l'etnocidio occultato dal silenzio dei media nazionali e internazionali in tacito accordo con le multinazionali forestali, idroelettriche, minerarie e del salmone.
Queste multinazionali, la maggior parte provenienti dall'Europa e dagli USA, hanno come alleati i governi cileni di turno, che permettono loro nei territori mapuche il saccheggio delle risorse naturali e la devastazione delle terre in nome del profitto, l’arricchimento di pochi e la povertà per molti.
Chiediamo solidarietà con queste donne, aiuto nell’abbattere il muro di silenzio che le circonda e fare conoscere la verità.
Siamo fermamente convinte che la solidarietà delle donne d'Europa e d’Italia, donne di paesi democratici, possa spingere il Governo cileno, il cui presidente é una donna, verso il rispetto dei Diritti Umani e degli Indigeni.
Oggi, questo governo “democratico”, vive con la “costituzione fascista” ereditata dal dittatore Pinochet e non esita a sparare contro i mapuche con le mitragliette UZI, usate anche in Irak. A gennaio di quest’anno i carabineros hanno ucciso uno studente mapuche, Matias Catrileo.
Questo governo non esita nemmeno ad usare le leggi antiterrorismo (create da Pinochet) contro le Comunità indigene mapuche nella IX Regione dell’Araucanía. Questo governo criminalizza la lotta sociale, la difesa dei diritti umani, e le giuste rivendicazioni sulle terre usurpate.
Patricia Troncoso, in carcere ha sostenuto fino al 30 gennaio 2008 un ennesimo sciopero della fame di 112 giorni. Rivendicava la libertà per lei e tutti i sui compagni, agevolazioni carcerarie, fine della persecuzione e della militarizzazione delle Comunità Mapuche.
Juana Calfunao, autorità mapuche, sostenitrice dei Diritti Umani e madre di quattro figli, anche lei in carcere così come quasi tutti i suoi familiari. Ha attuato lo sciopero della fame perché il marito aveva urgente bisogno di un intervento chirurgico e in carcere non concedevano prestazioni mediche.
Prima del processo, per anni fu perseguitata, nel 2005 fu maltrattata dai carabineros al punto di farla abortire. I carabineros hanno incendito anche la sua casa e tra le fiamme è morto un anziano zio. Waikilaf Cadin, suo figlio, studente di giurisprudenza, è stato incarcerato per più di un anno, e durante la detenzione torturato (comunicato diffuso da Amnesty-Cile). Anche lui attuò lo sciopero della fame. In dicembre scorso fu scarcerato, ma poi nuovamente arrestato.
Luisa Calfunao sorella di Juana, madre di quattro figli, in carcere anche lei da quattro mesi incatenata al letto dell'infermeria, è accusata di aver distrutto i documenti processuali.
Mirella Figueroa Araneda, vive in clandestinità, dopo avere auto un processo farsa,..
Miriam Reyes, avvocato, difensora dei prigionieri mapuche, perseguitata, minacciata (2004/05)
Daniela Ñancupil, bambina di 12 anni, perseguitata, molestata, minacciata, ferita da spari, tentativi di sequestro per impedirle la denuncia. (2001)
Le donne Mapuche pehuenche en Ralco, alla testa nella difesa del territorio dove la multinazionale Endesa costruì una centrale idroelettrica
María Huenchún, Sara Lefimil (Gorbea); Teresa Quilencheo (Pitrufquén), nella lotta contro le discariche con oltre 11.500 tonnellate di rifiuti mensili nella regione. a qualche metro dalle loro abitazioni.....
Ci sono tante donne mapuche che vengono perseguitate, sarebbe lungo nominarle tutte,..
Come ci sono anche tante donne, madri, mogli, figlie, sorelle delle prigioniere e dei prigionieri politici mapuche, che vengono quotidianamente offese nella loro dignità, discriminate,....
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Documentiamo le nostre denunce con alcune fotografie, sull'accanimento contro le donne mapuche.
Con la speranza che la nostra richiesta abbia un riscontro, alleghiamo l’appello da spedire alle autorità indicate con copia alle organizzazioni internazionali ONU e dell'Unione Europea,
Invitiamo chi desidera esprimere la propria indignazione e la propria solidarietà ad inviare una e-mail indirizzata:
Ambasciata del Cile in Italia: Sr. Gabriel Valdés Via Po 23, 00198 – Roma Tel (39) 06 - 844091 Fax: (39) 06 - 8841452 echileit@flashnet.it
Per conoscenza a:
Sr. Rodolfo Stavenhagen, Relatore Speciale dei Diritti Umani e delle Libertà fondamentali per gli Indigeni.
Ufficio dell’ Alto Commissionato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, OHCHR,
Nazioni Unite , 1211 Ginevra 10, Svizzera.
Tel: +41 (0) 22- 9179413 / Fax: +41 (0) 22 9179008
Per esprimere la vostra solidarietà e per informazioni potete rivolgervi a:
fac- simile mail da inviare a:
S.E. Presidente del Cile,
Sra. Michelle Bachelet
tramite
l'Ambasciatore del Cile in Italia,
Sr. Gabriel Valdés S.
ci rivolgiamo a Lei per la grave e ingiusta situazione dei prigionieri politici mapuche, in particolare delle donne, detenute nelle carceri del sud del Cile.
Sappiamo dalle immagini, dalle notizie e dalle inchieste di Organismi internazionali quali la Commissione Interamericana dei Diritti Umani, Human Rights Watch, il Relatore Speciale sulle libertà fondamentali e i diritti degli indigeni, Rodolfo Stavenhagen, il Comitato Diritti Economici e Sociali (DESC) dell'ONU, Amnesty International, la Federazione Internazionale dei Diritti Umani (FIDH) e il Comitato dei Diritti Umani dell'ONU, che queste persone sono vittime delle violenze poliziesche, di processi artefatti e subiscono la violazione dei diritti umani.
Le nostre Associazioni si rivolgono a Lei, al suo senso di giustizia e di umanità, affinché, in consonanza con le raccomandazioni degli Organismi internazionali sopra citati, molte delle quali sono vincolanti per lo Stato cileno, intervenga per la scarcerazione dei prigionieri politici mapuche, iniziando dai più deboli: donne e malati e si provveda alla revisione degli illegali processi che li hanno condannati.
Con rispetto.
Sottoscrivono;
Osservatorio per la Pace del Comune di Capannori, Lucca Presidente Leana Quillici
Marcela Quillici, assistente sociale
Armida Bandoni, Lucca
Veronica Fabbri, musicista, Forli
Valentina Fabbri, mediatrice interculturale, Forli
Associazione Wenuykan Amicizia col Popolo Mapuche, Como Presidente Violeta Valenzuela