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Un primo atto di giustizia per il giovane Fabio di Celmo
Di Annalisa (del 25/06/2007 @ 00:00:00, in In Italia, linkato 1899 volte)

Fabio di Celmo

La Camera,
          premesso che:
              il terrorismo è una delle minacce più gravi che, all'inizio di questo millennio, l'umanità affronta e gli Stati nazionali hanno l'obbligo, in questa fase storica, di ricercare il massimo dell'unità possibile per combattere questo «mostro» che rappresenta un pericolo sempre da qualsiasi luogo della terra, da qualsiasi governo, da qualsiasi gruppo, religione o individuo provenga;
          considerato che:
              il 4 settembre del 1997 una carica di esplosivo C4 pose fine alla giovane vita di Fabio Di Celmo, un imprenditore genovese, un italiano, vittima di un attentato compiuto nell'Hotel Copacabana a L'Avana, nella Repubblica di Cuba;
              Raul Ernesto Cruz, salvadoregno, arrestato a L'Avana in qualità di confesso esecutore materiale dell'attentato all'hotel Copacabana che causò la morte di Fabio Di Celmo, indicò il mandante e finanziatore dell'attentato nella persona di Luis Posada Carriles;
              in una intervista rilasciata al New York Times il 12 luglio 1998, lo stesso Luis Posada Carriles si attribuì la responsabilità diretta di questo e di altri attentati e, a proposito della morte dell'impresario italiano, dichiarò:« la morte del turista italiano è stato solo un incidente imprevisto che non mi turba affatto i sonni. Anzi io dormo come un bambino: l'italiano si trovava nel posto sbagliato nel momento sbagliato»;
              Luis Posada Carriles è responsabile dell'attentato avvenuto nell'ottobre 1976 contro un aereo della «Cubana de Aviaciòn» in volo, che provocò la morte di 73 persone e per il quale lo stesso terrorista fu condannato in Venezuela, recluso e poi evaso;
              Luis Posada Carriles fu arrestato e condannato a Panama per aver tentato un attentato contro il presidente di Cuba Fidel Castro che avrebbe potuto causare centinaia di morti e che egli fu graziato dall'allora Presidente di Panama Mireya Moscoso sei giorni prima della scadenza dei suo mandato;
              Luis Posada Carrilles è riapparso nel 2005 negli Stati Uniti dove è stato fermato per violazione delle leggi sull'immigrazione;
               l'8 maggio 2007, il Giudice statunitense Kathleen Cardone ha disposto la liberazione definitiva del terrorista Luis Posada Carriles, non considerando le imputazioni che il Governo degli Stati Uniti aveva presentato contro di lui per frode e per falso nelle dichiarazioni rese al Servizio immigrazione e doganale del Governo degli Stati Uniti per ottenere la naturalizzazione nel citato paese;
              l'avvocato di Carriles, Eduardo Sota, ha presentato domanda di asilo politico agli Stati Uniti con l'argomentazione che Luis Posada Carriles «ha favorito gli interessi degli Usa per 40 anni»;
              la Sezione 412 del Patriot Act, che afferma che è proibito liberare un sospettato, se la sua liberazione minaccia la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, della comunità o di qualunque altra persona e la risoluzione 1373 delle Nazioni Unite, votata dopo gli attentati dell'11 settembre 2001 precisa che tutti i terroristi devono essere presentati davanti alla giustizia;
 
          è necessario adottare le opportune iniziative affinché si segnali al Governo degli Stati Uniti che l'Italia considera inaccettabile l'eventuale concessione dell'asilo politico al terrorista Luis Posada Carriles e che il trattamento di cui gode un terrorista reo confesso mina gravemente la credibilità dell'impegno degli Stati Uniti nella lotta contro il terrorismo;
impegna il Governo:
ad adoperarsi con sollecitudine per la richiesta di estradizione in Italia di Posada Carriles nel caso in cui il procedimento penale attualmente in corso presso la Procura della Repubblica di Roma portasse ad un'incriminazione nei suoi confronti per l'attentato terroristico a L'Avana in cui perse la vita Fabio DiCelmo.
 
Venier, Burgio, Vacca, Pettinari.
              

Dichiarazione dell’On. Iacopo Venier – responsabile Esteri PdCI

Roma, 21 giugno – Oggi abbiamo fatto un passo in avanti decisivo per ottenere giustizia per  Fabio Di Celmo e nella lotta contro tutti i terroristi.

Con l’approvazione di un ordine del giorno (primo firmatario Jacopo Venier, insieme ai colleghi Bugio(PRC), Vacca(PDCI) e Pettinari(SD)) il Governo italiano si è oggi impegnato a perseguire i responsabili dell’attentato in cui perse la vita un nostro connazionale compiuto a Cuba dalle organizzazioni terroriste anticastriste agli ordini del sig. Posada Carriles, terrorista reoconfesso, oggi “ospite” del governo degli Stati Uniti. Quando la magistratura italiana lo incriminerà formalmente sarà richiesta agli Usa la sua immediata estradizione.

Venier precisa che “dato che sappiamo ufficialmente che la magistratura italiana sta indagando proprio su questo terrorista è necessario che il nostro Governo intervenga ora immediatamente nei confronti degli USA perché Posada Carriles non possa sfuggire ancora una volta alle proprie responsabilità e tanto meno che gli venga concesso l'asilo politico. 

Il cubano Carriles in una intervista rilasciata al New York Times il 12 luglio 1998, si attribuì la responsabilità dell’attentato del 4 settembre 1997 compiuto nell'Hotel Copacabana a L'Avana, nella Repubblica di Cuba, dove morì il giovane imprenditore genovese, Fabio Di Celmo, ma resta impunito mentre il suo avvocato, Eduardo Sota, ha presentato domanda di asilo politico agli Stati Uniti perché Luis Posada Carriles avrebbe «favorito gli interessi degli Usa per 40 anni»”.

Da oggi in poi sarà compito del Parlamento italiano e del Governo seguire con determinazione questa vicenda attorno alla quale si gioca la nostra dignità nazionale e la credibilità di una lotta al terrorismo che deve essere condotta anche quando il terrorismo è stato praticato dagli “amici” degli Usa. “Sarebbe davvero insopportabile – conclude Venier - che un terrorista responsabile di gravi atti – tra cui l'attentato dell'ottobre 1976 contro un aereo della «Cubana de Aviaciòn» che provocò la morte di 73 persone e per il quale lo stesso terrorista fu condannato in Venezuela, recluso e poi evaso –  resti impunito: il voto espresso oggi dalla Camera è un primo atto di giustizia nei confronti del genovese Fabio Di Celmo e della sua famiglia”.

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