La lettera che i lavoratori della Yamaha hanno scritto a Valentino Rossi non è altro che l’esemplificazione del fatto per cui ormai perfino la classe operaia agisce secondo schemi propriamente destrorsi.
Evidentemente si rassegnino coloro che si stavano entusiasmando di fronte a qualche timido segnale di ripresa dell’effervescenza delle dinamiche sociali. Non abbiamo ancora toccato il fondo.
Ma ci può essere di peggio?
Il delegare ad un singolo la soluzione de propri problemi, l’esaltazione delle potenzialità dell’uno che ha come contraltare soltanto il fallimento del tutto, rappresenta una dinamica antica nella quale si intravedono componenti di tipo religioso e di forte impronta conservatrice.
Il dio potente che può, magari ascoltando una preghiera, cambiare l’ordine delle cose; il faraone, investito di poteri sovrannaturali e venerato pertanto come una divinità; il mafioso o il boss al quale ci si rivolge perché risolva piccoli e grandi problemi; il latifondista, signore delle sue terre e di coloro che le lavorano, che con una mano frusta e con l’altra aiuta a rialzarsi; il parroco al quale si ricorre nei momenti di difficoltà; il divo dello spettacolo o l’asso sportivo che si immagina possa salvare il posto di lavoro.
Non la lotta organizzata, non il sindacato, non i compagni, non la società, non la solidarietà di classe.
L’egoismo, la dinamica individualista che traspare in tutto questo è quello che fa più male. Il non pensare che per 67 lavoratori per i quali può intercedere Valentino Rossi, ce ne sono milioni alle spalle dei quali c'è soltanto il nulla. L’anonimo e silenzioso nulla.
Tutti quelli che costruiscono anonimi oggetti di uso quotidiano, non rombanti moto o auto sportive. I lavoratori della FIAT, quelli di Termini Imerese che hanno occupato il Municipio per protesta contro la decisione dello stabilimento di portare la produzione della Lancia Ypsilon in Polonia a chi dovrebbero scrivere? All’anonimo rag, Mario Bianchi? O allo sconosciutissimo dr. Rossi che utilizza l’automobile tutte le mattine per recarsi in ufficio e che la sta pagando a rate infinite?
I lavoratori che hanno lasciato su questo blog alcune terribili testimonianze e che si trovano COMPLETAMENTE SOLI a combattere tra dolori, sofferenze e difficoltà per una miserabile rendita INAIL spettante di diritto a fronte di un infortunio sul lavoro, a chi dovrebbero scrivere? Lavoratori che oggi trovano come unica risorsa affidare la disperazione e la rabbia alla rete, in questo deserto creato ad arte, sì dal sistema, sì dal capitalismo, da tutti i mostri moderni che volete, ma con la criminale complicità di tutti quei dirigenti e politici di sinistra (di centro ed estrema), di quei sindacalisti che hanno creato il vuoto intorno alle braccia di questo paese. Criminali parassiti che ancora hanno il coraggio, oggi di chiamarsi opposizione, che ancora parlano di lavoro, di salari, di programmi politici, di sindacato. Che ancora hanno il coraggio di salire su di un palco davanti alla folla e ai quali ancora nessuno tira uova marce addosso, purtroppo.
Una volta il POTERE era operaio. Adesso il potere è la remissione assoluta dei propri destini e delle proprie vite nelle mani di un VIP.
Che brutta fine... RIORGANIZZATEVI, RIORGANIZZIAMOCI.