Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
E’ scomparso il 25 giugno scorso a Siena il Prof. Enzo Tiezzi, classe 1938. Accademico, ordinario di Chimica Fisica presso l’Università di Siena e scienziato ambientalista di fama mondiale, fu uno dei primi studiosi ad introdurre nel nostro paese il concetto di sviluppo sostenibile, pensato e approfondito dal grande economista ambientalista Herman Daly circa 25 anni fa. Enzo Tiezzi fu infatti l’unico italiano del gruppo dei 25 scienziati che insieme a Daly nel 1984 gettarono le basi di questo concetto e delle sue applicazioni future.
Tre anni dopo, nel 1987, la nozione di sviluppo sostenibile venne utilizzata nel rapporto Brundtland della Commissione mondiale dell’ambiente e dello sviluppo delle Nazioni Unite. Oggi fa parte ormai del nostro retaggio culturale e della moderna pratica ambientalista ed ecologista. Da Copenhagen a Cochabamba, il nostro futuro, la nostra possibilità di sopravvivenza su questo pianeta e soprattutto quella delle generazioni che verranno, dovrà passare necessariamente attraverso l’applicazione pratica del concetto di sviluppo sostenibile.... Continua a leggere...
Enzo Tiezzi é scomparso qualche giorno fa. In silenzio. Nessun giornale né agenzia riporta la notizia. É stato un grande scienziato che ha dato un forte contributo alle battaglie ambientaliste in Italia e alla lotta contro il nucleare, conclusasi nel referendum del 1987. Il movimiento ecologista e noi tutti gli dobbiamo molto. Anche io.
Ripropongo pertanto questo articolo che contiene anche un´intervista realizzata da Radio Onda Rossa ad Enzo Tiezzi un anno fa in occasione della Giornata Internazionale della Madre Terra.
Ripulite la terra.
Lasciatela libera di erbacce e amatela.
(Rayen Kvyeh)
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Mi pregio di aver contribuito alla realizzazione di questa intervista fatta al Professor Enzo Tiezzi, che ringrazio, ordinario di Chimica Fisica presso l’Università di Siena, (trasmessa da , (trasmessa da Radio Onda Rossa il 22 aprile scorso in occasione della Giornata Internazionale della Madre Terra).
Ho avuto la fortuna di seguire alcune sue lezioni (di un corso di laurea in Scienze Biologiche purtroppo non terminato) molto tempo fa e posso dire che è una di quelle poche persone il cui ricordo perdura a distanza di tantissimi anni.
E’ stato lui che ha formato la mia coscienza ecologista e soprattutto anti nucleare.
Erano gli anni appena precedenti al disastro di Chernobyl, al quale sono seguiti poi i ferventi preparativi per la realizzazione del referendum del 1987 che finalmente sanciva da parte del nostro paese l’abbandono dell’uso dell’energia nucleare.
Adesso purtroppo, con la decisione del governo Berlusconi di intraprendere nuovamente quella scelta, è tutto da rifare. Studi, previsioni, progetti, entusiasmi e successi gettati in pasto alla politica dell’utile, del facile e immediatamente conveniente.
di Enrico Falqui
"Lo splendore dell'amicizia non è la mano tesa né il sorriso gentile né la gioia della compagnia è l'ispirazione spirituale quando scopriamo che qualcuno crede in noi ed è disposto a fidarsi di noi."
( R. W. Emerson, in May Day, 1867, Concorde,USA)
C'è una straordinaria similitudine tra la vita di una delle figure centrali della cultura americana, Ralph Emerson e quella di Enzo Tiezzi, mio maestro e padre dell'ambientalismo italiano, spentosi pochi giorni fa nella sua fattoria di Pacina (Castelnuovo Berardenga) La chiave di questa similitudine sta nella loro straordinaria dimensione spirituale che ha accompagnato le loro così diversissime esistenze, uomo dell'800, ministro della Chiesa Unitaria e fondatore della filosofia del trascendentalismo, il primo, uomo del Novecento, ateo e fondatore di una delle più importanti scuole internazionali di chimica-fisica, nel campo delle possibili applicazioni della Risonanza magnetica nucleare in medicina.
Enzo Tiezzi è stato per tutta la sua vita un "innovatore", un vero e proprio scienziato del Rinascimento, (come qualcuno lo ha definito) uno straordinario interprete delle applicazioni sociali della Scienza, dotato di quella raffinata ed unica capacità di "precursore"in tutti i campi di ricerca nei quali si è misurato, coinvolgendo in questa instancabile attività un'enorme quantità di giovani, di intellettuali prestigiosi, di pubblici amministratori. ... Continua a leggere...
Da: Femminismo a Sud
Non avevamo dubbi. Non potevamo concludere il mese d'agosto senza un'altra strage compiuta da un uomo. Ha massacrato la moglie e due figli, uno di 19 anni e l'altro di 4. Poi ha ammazzato anche una donna di 79 anni che li ospitava.
La rassegna stampa non presenta molte diversità. Per tutti i quotidiani online presi in esame lui è principalmente uno malato di disoccupazione, un cassintegrato che per questo motivo avrebbe deciso di fare una carneficina per poi rincoglionirsi di farmaci e alcool. Qui le tesi si discostano. C'è chi dice che in preda al pentimento si sarebbe gettato dal secondo piano e chi invece specifica che - causa rincoglionimento - quando è uscito per aspettare i carabinieri è caduto e ha sbattuto la testa nella legnaia.... Continua a leggere...
“Mi raza”. L’humanismo martiano contro gli odi di razza
di Alessandro Badella
La drammatica situazione dei rapporti inter-culturali e inter-etnici, che in questi giorni ha riempito i tg e i giornali, chiaramente esige una riflessione positiva, ovvero una proposta di superamento delle barriere che vengono innalzate nel conflitto tra “l’io” ed “l’altro”. Premetto che, mediamente, il tasso di sopportazione del prossimo è giunto ai minimi storici. Specie se “l’altro” ha la pelle diversa dallo standard (parola ignobile, ma rende l’idea) nazionale.
Quindi, vorrei tentare un piccola comparazione storica. Nella Cuba di fine Ottocento si poneva un problema razziale proprio come nell’Italia di un secolo dopo: che fare dei 520,000 neri (afro-cubani figli degli schiavi importati dagli spagnoli)?[1] Come inserirli all’interno della società post-coloniale? Anche all’epoca era stato lanciato un dibattito molto serrato sulla cubanidad, la cubanità: chi era il vero cubano? Gli afro-cubani potevano esserlo?... Continua a leggere...
Si respira nel paese un clima pesante di violenza. Una violenza che a volte germina e trova terreno fertile in una sottocultura fatta di simboli e immagini che ci riportano prepotentemente indietro di decenni.
Svastiche e immagini di Hitler e Mussolini nel computer di un quattordicenne che è accusato di aver seviziato, bruciandogli anche i capelli, un coetaneo; un ragazzo ammazzato di botte a Verona da cinque nazifascisti. Questi sono solo gli ultimi due episodi in ordine di tempo sui quali si impone una riflessione. Tanto più urgente dal momento in cui sembra trattarsi di fenomeni nei quali si può parlare di atteggiamenti maturati in seno a famiglie consapevoli e complici. Famiglie che hanno dissoluto il loro ruolo educativo delegandolo al branco, alla televisione, a internet. Libri e quaderni contro playstation e televisione, il tempo lento della riflessione sulla parola scritta contro la velocità dell’immagine. E la cultura, un tempo sogno e illusione, desiderio e speranza, oggi appare sempre più lontana, tanto lontana quanto la memoria della storia del nostro Paese. ... Continua a leggere...
E’ inevitabile e doveroso oggi, all’indomani del risultato elettorale, interrogarsi sul proprio ruolo, sul proprio posto nella società, su quello che ad essa si chiede e su ciò che si è disposti a dare.
Lo faccio e mi trovo più confusa che mai. Ma non è confusione data da incertezza, per carità . E’ solitudine. Quel guardarsi intorno e rendersi conto che nessuno ha da offrirti, o è nelle condizioni di poterlo fare, quello che tu chiedi e a nessuno ti senti più di concedere le tue energie, le tue risorse.
Sono questi i miei sentimenti oggi. E’ questo che mi ha lasciato il “voto utile”. Mi ha lasciato una grande amarezza aver votato solo per non far tornare Berlusconi. Un voto sterile, senza entusiasmo, senza crederci, un voto senza bandiera. che alla fine si è dimostrato anche un voto inutile.
Un voto che oggi lascia un senso di solitudine. Perchè io nel PD non ci credo e non ci ho mai creduto. Perchè per me la sinistra ha il colore rosso del fuoco vivo e non le tinte sbiadite dai ripetuti lavaggi dei compromessi. Perchè per ,me la guerra è sempre stata senza se e senza ma; perchè io gli americani non ce li voglio, nè a Sigonella, ma nemmeno a Vicenza; perchè ho combattuto una volta per il nucleare e non ho intenzione che quel referendum, al quale nel mio piccolo ho lavorato, venga rimesso in discussione; perchè per me l’aborto è un diritto della donna e non posso credere che la “mia” sinistra possa pensare di governare un paese insieme a chi nel nome di Dio o di un cristo qualsiasi vada in giro a criminalizzare chi decida di usufruire di una legge che già troppe battaglie è costata.
Mi sento senza una casa, ecco. Ma è un viaggio senza meta iniziato da molto tempo e non so fino a che punto questo coincide, come spesso mi sento dire, con la maturità, con gli innumerevoli impegni, con i figli e i problemi quotidiani di ogni giorno che a volte ti tolgono anche la forza di pensare e di immaginare un futuro migliore.... Continua a leggere...
Enrico Ingrassia, 57 anni; suo figlio William Ingrassia di 33 anni; il genero di Ingrassia, Gaetano Belfiore, di 25 anni.
I primi due della provincia di Campobasso, l’altro di Lucera, Foggia.
E’ bene che questi nomi circolino, che si conoscano, che la gente, quanta più gente possibile, sappia quello che questi tre italianissimi animali facevano.
Enrico Ingrassia era titolare di un circo, il circo “Marino”, dove si svolgevano spettacoli al limite dell’orrore.
I tre sono finiti in carcere alla fine di marzo,in quanto, con la complicità della moglie di Gaetano Belfiore (la giovane figlia di Enrico Ingrassia) e di due cittadini bulgari che sono stati denunciati a piede libero, tenevano in schiavitù una famiglia bulgara in condizioni disumane. Una famiglia , giunta clandestinamente in Italia e finita a lavorare nel circo “Marino”, composta da due ragazze e i loro genitori.
Due ragazze di 16 e 19 anni costrette a restare immobili mentre gli venivano rovesciati addosso serpenti vivi e ogni genere di animali ripugnanti, oppure costrette a restare immerse nell’acqua gelida di una vasca circondate da piranha, resi per fortuna inoffensivi dalla bassa temperatura dell’acqua.
Marco Carmisani Calzolari autore di questo post, ed altri illustri blogger hanno inviato una lettera a Bruno Vespa protestando per la sua trasmissione del 21 febbraio scorso nella quale i blog e internet in generale venivano dipinti come un ricettacolo di delinquenza e prostituzione, con tanto di parere della sessuologa ...
La lettera si può leggere qui.
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