Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Deportazioni in massa e minacce di bombardamenti per i pirati della Somalia.
di Antonio Mazzeo
La flotta aeronavale USA attivata a largo delle coste della Somalia, attende nelle prossime ore l’autorizzazione per avviare la caccia ai pirati e, eseguita la cattura, garantire la loro deportazione in un paese africano top secret. Lo ha dichiarato in un incontro con i giornalisti, il vice ammiraglio William E. Gortney, comandante dell’US Naval Forces Central Command, il Comando Centrale delle Forze Navali da cui dipende la task force internazionale –Combinated Task Force 151 – che pattuglia una vasta aerea geografica compresa tra il Golfo di Aden, il Mar Rosso e l’Oceano Indiano. “Stiamo lavorando a stretto contatto con il Dipartimento di Stato – ha esordito Gortney - per portare a termine un accordo con una delle nazioni dell’area che permetterà alla CTF 151 e alle forze della coalizione di spezzare, impaurire, catturare e detenere le persone sospettate di essere responsabili di atti di pirateria. Stiamo negoziando tutti i dettagli per decidere come prenderli, dove imprigionarli, quale corte li dovrà giudicare e dove verranno detenuti nel caso in cui saranno dichiarati colpevoli”. ... Continua a leggere...
Scritta il 3 gennaio e pubblicata il 12.01.2009 sul giornale algerino le Matin
Il professor André Nouschi, 86 anni, ebreo nato a Constantine, storico di fama mondiale, Professore onorario all’Università di Nizza, ha inviato questa lettera all’ambasciatore di Israele a Parigi.
Signor Ambasciatore,
Per lei oggi è shabbat, dovrebbe essere un giorno di pace ma è un giorno di guerra. Per me, da molti anni, la colonizzazione e il furto israeliano delle terre palestinesi mi esaspera. Le scrivo dunque a diversi titoli: come Francese, come Ebreo per nascita e come artigiano degli accordi tra l’Università di Nizza e quella di Haiffa.
Non si può più tacere davanti alla politica di assassinii e di espansione imperialista di Israele. Vi comportate esattamente come Hitler si è comportato in Europa con l’Austria, la Cecoslovacchia. Disprezzate le risoluzioni dell’ONU come quelle della Società delle Nazioni ed assassinate impunemente donne, bambini; non invocate gli attentati, l’Intifada. Tutto questo è conseguenza della colonizzazione ILLEGITTIMA e ILLEGALE. CHE É UN FURTO.
Vi comportate come ladroni di terre e voltate la schiena alla morale ebrea. Vergogna a voi! Vergogna a Israele! Scavate la vostra tomba senza rendervene conto. ... Continua a leggere...
Non ho scritto nulla sulle minacce di morte che Vittorio Arrigoni e gli altri cooperanti dell’ISF che si trovano a Gaza, stanno ricevendo da un esaltato sionista di estrema destra di nome Lee Kaplan, che dal Canada gestisce questi due siti: stoptheism.com e dafka.org.
Non ne ho scritto perchè è da ieri pomeriggio che faccio telefonate e mando mail per cercare di rendermi utile. Ho avuto una lunga conversazione telefonica con un funzionario della polizia postale di Roma e stamattina con la responsabile dell’ufficio stampa dell’ambasciata canadese in Italia, ho mandato varie mail ai server che ospitano il sito in oggetto chiedendo che venga oscurato quanto prima.
Purtroppo gli esaltati sono anche in Italia e quindi su un sito di Libero è apparso un articolo delirante di Kaplan tradotto in Italiano. Ma non fa riferimento a Vittorio Arrigoni, anche perchè è del 2006. Si sono guardati bene dal fare il suo nome, i vigliacchi, in Italia.
O.T.
L’esercito israeliano nella terza fase dell’attacco a Gaza ha lanciato alcuni volantini sulle macerie di quella che era Gaza City dove c’era scritto:
Ai cittadini di Gaza. Prendetevi la responsabilità del vostro destino! A Gaza i terroristi e coloro che lanciano i razzi contro Israele rappresentano una minaccia per le vostre vite e per quelle delle vostre famiglie. Se desiderate aiutare la vostra famiglia e i vostri fratelli che si trovano a Gaza, tutto quello che dovete fare è chiamare il numero indicato di seguito e darci informazioni riguardo alle posizioni in cui si trovano i responsabili dei lanci dei razzi e le milizie terroriste che fanno di voi le prime vittime delle loro azioni. Evitare che vengano commesse atrocità è ora vostra responsabilità! Non esitate!.. E' garantita la più totale discrezione. Potete contattarci al seguente numero: 02-5839749.Oppure scriverci a questo indirizzo di posta elettronica per comunicarci qualunque informazione abbiate riguardo a qualsiasi attività terroristica: helpgaza2008@gmail.com ".
Beh, mi è venuto spontaneo togliermi una piccola soddisfazione... ho scritto una mail all’indirizzo citato indicando in oggetto: A SPECIAL KIND OF ROCKET...
e nel corpo... FUCK YOUUUUUUUU!!!!!!!!
L’impotenza fa fare le cose più stupide a volte...
di Joseph Halevi
fonte: Il Manifesto
Dal discorso del presidente eletto Barack Obama all'università George Mason, in Virginia, appare esplicitamente come egli sia molto più consapevole - rispetto agli altri politici - della dimensione della crisi economica e della sua natura epocale. Implicitamente emerge anche come Obama abbia sentore dell'enorme difficoltà di riformare gli Stati Uniti.
Si possono accettare senza esitazione tutte le proposte da lui elencate. Esse non sono tuttavia sufficienti, ma non soltanto per le ragioni puramente quantitative articolate da Paul Krugman sul New York Times dell'8 gennaio. Date le stime del Congressional Budget Office - che prevede, nel prosssimo biennio, una caduta del Pil per 2,8 miliardi di dollari - Krugman osserva che i 775 miliardi di stimolo fiscale menzionati da Obama produrranno, keynesianamente, un effetto «moltiplicatore» pari a poco meno di 1200 miliardi. Una somma molto lontana, nei suoi effetti occupazionali, rispetto alla perdita stimata. Viene anche fatto osservare che solo il 60% del programma di Obama è costituito da spese pubbliche aggiuntive; il restante 40% proviene dalla riduzione delle tasse. Gli effetti espansivi di quest'ultima misura sono molto dubbi, soprattutto se gli sgravi fiscali saranno indirizzati alle imprese: i nuovi investimenti dipendono infatti più dalla domanda, che da sconti sulle tasse. ... Continua a leggere...
questo articolo è stato scritto prima dell'invasione di terra della Striscia e pubblicato da Il Manifesto il 4 gennaio scorso, mi sembra comunque un'ottima analisi politica della situazione.
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di Uri Avnery
Prima di demonizzarlo e bombardarlo a Gaza, Hamas è stato appoggiato da Tel Aviv, per contrastare l'Olp. E con i raid di oggi, lo Stato ebraico, non farà che rafforzare il movimento islamico
Appena dopo la mezzanotte, l'emittente araba di Al Jazeera stava trasmettendo le notizie degli eventi di Gaza. Improvvisamente la telecamera ha inquadrato in alto, verso il cielo scuro. Lo schermo era nero fondo, non si riusciva a distinguere niente. Ma c'era un suono che si poteva sentire: il rumore degli aerei da guerra, uno spaventoso, terrificante boato. Era impossibile non pensare alle decine di migliaia di bambini di Gaza che stavano sentendo, nello stesso momento, quel suono, paralizzati dalla paura, in attesa delle bombe dal cielo. «Israele deve difendersi dai razzi che stanno terrorizzando le nostre città del sud», ha spiegato il portavoce israeliano. «I palestinesi devono rispondere alle uccisioni dei loro combattenti nella Striscia di Gaza», ha dichiarato il portavoce di Hamas. Per essere esatti, nessun cessate il fuoco è stato interrotto, perché nessun cessate il fuoco era mai iniziato. Il requisito principale di ogni cessate il fuoco nella Striscia di Gaza deve essere l'apertura dei passaggi. Non ci può essere vita a Gaza senza un flusso costante di rifornimenti. Ma le frontiere non sono state aperte, ... Continua a leggere...
Non so che succede fuori da questo inferno, ma mi auguro fortemente che le masse si mobilitino, così come ad Atene hanno fatto per la morte di un ragazzino ucciso da un fascista travestito da poliziotto.
Qui siamo quasi a 300 morti, molte le donne e i bambini.
E' il momento una volta per tutte di mettere Israele in un angolo, e condannarlo per i suoi atroci crimini contro l'umanità. Alzate la vostra voce di indignazione, come noi urliamo di dolore e disperazione.
Guernica è uscita dalla tela e si è trafigurata in realtà in questo inferno.
(19 Dicembre 2008)
I soldati di 42 campi dell'esercito greco dichiarano: "CI RIFIUTIAMO DI DIVENTARE UNA FORZA DI TERRORE E DI REPRESSIONE CONTRO LE MOBILITAZIONI; APPOGGIAMO LA LOTTA DEGLI STUDENTI DI SCUOLA/UNIVERSITA' E DEI LAVORATORI"
"Siamo dei soldati da ogni parte della Grecia Soldati ai quali, a Hania, è stato ordinato di opporsi a studenti universitari, lavoratori e combattenti del movimento movimento antimilitarista portando le nostre armi e poco tempo fa. Soldati che portano il peso delle riforme e della "preparazione" dell'esercito greco. Soldati che vivono tutti i giorni attraverso l'oppressione ideologica del militarismo, del nazionalismo dello sfruttamento non retribuito e della sottomissione ai "nostri superiori". Nei campi dell'esercito nei quali serviamo, sentiamo di un altro "incidente isolato": la morte, provocata dall'arma di un poliziotto, di un quindicenne di nome Alexis."
"Sentiamo di lui negli slogan portati sopra le mura esterne del campo come un tuono lontano. Non sono stati chiamati incidenti anche la morte di tre nostri colleghi in agosto? Non è stata pure chiamata un incidente isolato la morte di ciascuno dei 42 soldati che sono morti negli ultimi tre anni e mezzo? Sentiamo che Atene, Thessalonica ed un sempre crescente numero di città in Grecia sono diventate campi di agitazione sociale, campi dove viene recitato fino in fondo il risentimento di migliaia di giovani, di lavoratori e di disoccupati. Vestiti con uniformi dell'esercito ed "abbigliamento da lavoro", facendo la guardia al campo o correndo per commissioni, facendo i servitori dei "superiori", ci troviamo ancora lì in quegli stessi campi." ... Continua a leggere...
Fonte: AMI - Agenzia Multimediale Italiana
Guarda il video dell'intervista a Guido Piccoli realizzata da Alessandro di Rienzo
«In America Latina è esagerato dire che democratici e repubblicani uguali sono e allo stesso modo si comportano, ma c'è parte di verità in questo». Per Guido Piccoli, esperto di America Latina, non vi sarà una immediata e drastica inversione di tendenza nella prossima amministrazione Usa verso i governi e popoli dell'America del sud. «Negli ultimi anni l'autore di politiche più pesanti con i popoli latinoamericani fu proprio il democratico considerato più progressista e più amato John Kennedy», ricorda il giornalista autore di Colombia, il paese dell’eccesso. «La vittoria di Obama forse cambierà qualcosa? Forse a essere un po' più intelligenti, meno arroganti, al fine di ottenere risultati diversi. Ma sul punto più caldo, sul Venezuela, con Caracas che si pone come capitale in opposizione a Washington, Obama ha detto cose che non fanno ben sperare. Ma con la Colombia, che più ha seguito Bush in questi anni, Obama cercherà di ampliare i diritti dell'opposizione e dei diritti umani», ha auspicato Piccoli.
«Un lavoro non facile» aspetterà Barack Obama nel relazionarsi con quello che Gianni Minà un decennio fa considerava come continente desaparecido. Adesso, spiega Guido Piccoli, «il cortile di casa degli Usa non esiste più».
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