Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Lo so, la qualità dell’immagine non è delle migliori, non sono una maga con lo scanner, ma non è quella la cosa importante, sono le proporzioni invece che contano e che fanno la differenza.
Anzi le sproporzioni.
La notizia piccola in alto a sinistra è questa:
PALERMO:
“Al comune di Corleone servono i locali e per questo motivo, con una delibera, sfratta dal complesso monumentale San Ludovico il Centro internazionale di documentazione sulla mafia inaugurato il 12 dicembre 2000 dall’allora capo dello Stato Ciampi. Nel Centro vi sono anche conservati i faldoni dei maxiprocessi a Cosa Nostra. Alla decisione della giunta di centro-destra guidata dal sindaco Antonio Iannazzo, assunta il 17 settembre scorso, si è opposto lo stesso Centro che ha fatto ricorso al tar e nell’attesa della sentenza ha bloccato il trasloco. Il restauro del complesso era stato finanziato con i fondi stanziati in occasione della Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità transnazionale svoltasi nel 2000”
Ben più leggibile, visto lo spazio che le è stato concesso, è la notizia quella dello “Scandalo nella serie A elvetica...” piccantissima...12 giocatori fanno sesso con una 15enne...terribile in verità ma pur sempre una notizia di cronaca estera.
Entrambe si trovano a pagina 29 della Repubblica del 14 novembre scorso.
E pensare che facciamo tanto di commemorazioni ufficiali per i nostri morti ammazzati dalla mafia...con tanto di discorsi...proprio in questo momento sta andando in onda su MTV un’interessante trasmissione, “La memoria ha un costo”...
Che costo ha l’impaginazione di un quotidiano?
Che costo ha la logica di mercato per la quale una notizia di abusi sessuali commessi in un altro paese merita mezza pagina e la notizia che una giunta comunale, quella di Corleone, non una qualsiasi, si piega alla mafia?
Ah..dimenticavo l’altra mezza pagina era occupata dalla pubblicità della WIND...
La mafia, lo ripeto ancora una volta, non è un cancro proliferato per caso su un tessuto sano. Vive in perfetta simbiosi con la miriade di protettori, complici, informatori, debitori di ogni tipo, grandi e piccoli maestri cantori, gente intimidita o ricattata che appartiene a tutti gli strati della società. Questo è il terreno di coltura di Cosa Nostra con tutto quello che comporta di implicazioni dirette o indirette, consapevoli o no, volontarie o obbligate, che spesso godono del consenso della popolazione.
Giovanni Falcone
Tempo fa scrissi questo articolo raccontando che il Centro Internazionale di Documentazione sulla Mafia (C.I.D.M.A) di Corleone stava per essere sfrattato dai locali di cui usufruiva con un contratto di comodato d’uso gratuito, niente di meno che dallo stesso sindaco del paese Antonio Iannazzo, e soprattutto denunciando il poco spazio (appena un trafiletto) che il fatto aveva occupato su la Repubblica, mentre poco più di metà della pagina era dedicata alla notizia del sesso sfrenato che i giocatori di una squadra di serie A elvetica avevano fatto con una quindicenne e l’altra metà alla pubblicità della WIND.
Nel mese di settembre dello scorso anno, l’amministrazione comunale (di centro destra) di Corleone, appellandosi all’articolo 12 dell’ordinamento comunale (secondo cui “se… durante il termine convenuto sopravviene un urgente ed imprevisto bisogno al comodante, questi può esigere la restituzione immediata…”) con la delibera n. 237 del 17.09.97 firmata dallo stesso Iannazzo, intimava lo sfratto al Centro, dando come ultimatum il 4.10.2007.
Il Centro Internazionale di Documentazione sulla Mafia fu inaugurato nel 2000 dall’allora presidente Carlo Azeglio Ciampi e finanziato con i fondi messi a disposizione dalla convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità transnazionale. Sono conservati in esso i faldoni del maxi processo a Cosa Nostra istruito nel 1986 da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Oggi, a conferma e come aggiornamento sui fatti, ricevo dal Presidente del Centro,... Continua a leggere...
e poi dicono che la sinistra non c'è più...
...
Una folla di giovani e di meno giovani, di varie associazioni, di sindacati e alcuni esponenti politici, tutti insieme venerdì 9 maggio 2008 hanno rifatto in corteo il presunto tragitto che Peppino Impastato ha fatto trent’anni fa prima di essere ucciso barbaramente dagli uomini del boss di Cinisi Tano Badalamenti. Più o meno 10.000 persone con le bandiere al vento, con i propri striscioni e con i propri slogan per dire che Peppino non è morto invano e che oggi le sue idee non moriranno mai. Il corteo è iniziato da Terrasini davanti la casa, dove Peppino e i suoi compagni avevano la sede della straordinaria Radio Aut, con la quale denunciavano il sistema politico-mafioso di Cinisi. La nipote di Peppino, Luisa Impastato ha distribuito migliaia di fiori, gerbere, donate da un’associazione pugliese, portate dai partecipanti al corteo. Tanta l’emozione di tutti ma tantissima emozione dell’amico di Peppino, Salvo Vitale che ha dato il saluto incazzato per l’avvio del corteo. ... Continua a leggere...
Questo “articolo” (sic!) è apparso oggi sul sito del quotidiano (sic!) on line Caserta 24 ore.
Non so come chiamarlo, questo certamente non è giornalismo, l’altra definizione che mi viene in mente è... camorra.
Perchè la camorra non è solo chi spara, chi ammazza, chi taglieggia e chi commette crimini. La camorra è anche un atteggiamento, quell’aria spavalda e strafottente, lo sfregio verso la legalità e l’onestà, l’idiozia di gente come questi di Caserta 24 ore...
“La notizia pare sia stata presa sul serio, trapelata da ambienti investigativi secondo i quali a rifere della sentenza di morte sarebbe stato un pentito dei casalesi che dovrebbe essere Carmine Schiavone che vive nell’Italia del centro nord sotto falso nome. Il pentito non avrebbe mai tagliato completamente i ponti con Casal di Principe ed avrebbe “fiutato” l’intenzione della cosca di eliminare definitivamente il ‘fastidio’ Saviano. La missione dovrebbe essere portata a termine entro Natale e si ipotizzava l’utilizzo di esplosivo da far brillare sull’autostrada Napoli - Roma. Al riguardo, secondo alcune fonti, i clan avrebbero già preparato il materiale occorrente quali detonatore ed esplosivo. La zona più indicata dove far brillare il Saviano sarebbe quella del casello autostradale di Capua e Vairano Cainello. Invitiamo tutti i nostri lettori ad evitare di prendere l’autostrada fino a Natale!!!!”
...
Leggi qui la risposta della redazione di Caserta24ore
Leggi qui la mia risposta
Questa è la mail ricevuta da Gianluca Parisi proprietario del quotidiano online Caseta24ore, in risposta alla pubblicazione di questo mio post nel quale denunciavo l'ambiguità di un loro articolo su Roberto Saviano
...
Gentilissima Melandri,
come proprietario della testata giornalistica e a nome del
direttore e della redazione ci sentiamo profondamenti offesi
da quanto da lei proferisce sul blog
Facciamo informazione come la fanno tutti e abbiamo dato la
notizia così come l'hanno data tutti i mezzi di
informazione comprese autorevoli testate e il servizio
pubblico della radiotelevisione italiana.
Gentile Signor Parisi,
mi permetta di esprimerle nuovamente riserve e perplessità riguardo all’ambiguità dìimostrata dal suo giornale nel condannare quanto sta accadendo a Roberto Saviano.
L'ironia di dubbio gusto sia nella conclusione della sua "breve" che nella sua lettera di risposta, che ho reso pubblica nel blog, mi convincono sempre più di quanto sia importante e necessario tenere desta l'attenzione sui mezzi di informazione, per il ruolo fondamentale che dovrebbero svolgere di formazione della coscienza civile.
Questa frase, da lei inviatami nella sua risposta via mail:
"Saviano è abbastanza grande per badare a se stesso ed essere consapevole delle conseguenze (benefici e costi) delle proprie azioni, mi auguro solo che non metta mai a repentaglio la vita di persone innocenti."
Sul sito AgoraVox è possibile inviare a questo link, messagi di solidarietà a Roberto Saviano. La redazione provvederà a recapitarli allo scrittore.
Caro Roberto,
Quando dicesti tempo fa che non avresti riscritto Gomorra, ci rimasi malissimo.
Forse per un momento mi sentii tradita.
Mi dissi che non era giusto da parte tua dirlo in quel momento, soprattutto nei confronti di tante persone che trovano il coraggio di denunciare la criminalità organizzata e poi purtroppo vengono lasciate sole. Penso adesso ad Adolfo Parmaliana, che si è suicidato qualche settimana fa proprio perchè si è sentito abbandonato dallo Stato, l'ultimo di una lunga lista.
Adesso sentirti dire che vuoi andartene dal paese, risveglia in me quelle stesse sensazioni di allora. Tu Roberto non sei solo, non lo sei mai stato e non sei abbandonato dalle Istituzioni.
So benissimo che nessuno ha il diritto di chiederti di diventare un martire. Io per prima non lo farei. Posso dirti anche che QUESTA ITALIA, O ALMENO UNA PARTE DI ESSA, NON TI MERITA. E di questo ne sono convinta. Non ti meritiamo perchè la tua battaglia, che a tratti qualcuno vuol far passare come una tua battaglia personale, in realtà è una lotta per il bene del paese.... Continua a leggere...
Ha ragione Roberto Saviano. Siamo tutti casalesi. La storia del nostro paese, soprattutto la storia politica del nostro paese, non accetta più giustificazioni. Ormai non ci possiamo più nascondere dietro “la questione meridionale del crimine”. Il silenzio con il quale l’Italia tutta, da Nord a Sud, passando per Roma e Casal di Principe, secondo quella traiettoria che unisce a doppio legame camorra e politica, tace su quello che dovrebbe essere uno scandalo nazionale, e ci rende pertanto complici dei disastri ambientali commessi nel casertano, dei morti, delle stragi e finanche delle minacce di morte a Roberto Saviano.
L’espresso da settimane va denunciando e riportando notizie sui presunti vincoli dell’attuale sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino con il clan dei casalesi, l’Italia politica fa spallucce, gli italiani ormai assuefatti all’ambiguità e all’ipocrisia si indignano solo per le minacce di morte a Saviano, mentre Casal di Principe, paese natale di Cosentino e Roma, sede del Governo, si danno la mano e tacciono complici. Dopo che la “cupola” del Popolo della Libertà si è stretta intorno all’onorevole, è calato il silenzio su tutta la vicenda.... Continua a leggere...
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