Bene ha fatto Gennaro Carotenuto a denunciare la bufala dell’attentato sventato a Obama da parte di due “microcefali della supremazia bianca” di 20 e 18 anni. Ho pensato la stessa cosa, quando stamattina ho letto il giornale.
Mi sono chiesta però cosa ci fosse veramente dietro a questa bufala, perchè credo che non tutte le bufale vengono a caso.
Non possiamo sottovalutare il Quarto Potere e forse non si tratta solo del fatto che nelle redazioni nessuno pensa più con la propria testa come dice Gennaro. Probabilmente quelli che non pensano più con la propria testa non si rendono conto di essere complici inconsapevoli di un disegno più grande.
Forse scivolo nel complottismo, ma stamattina non ho potuto fare a meno di notare alcune cose:
il Manifesto in prima pagina oggi titola “L’ultima di Bush” accompagnando con una foto a colori del funerale delle vittime, la GRAVISSIMA notizia dell’attacco americano in Siria.
La notizia è ripresa anche all’interno in modo esauriente. Si tratta in effetti della prima volta che un commando americano viola la sovranità territoriale della Siria. Nell’attacco muoiono otto civili.
Il Manifesto non fa un accenno alla bufala dell’attentato neonazista a Obama.
Cerco la notizia su la Repubblica di oggi. Non c’è. Ci sono due paginoni dedicati al fallito attentato a Obama, mentre all’interno, a pagina 16 mezza paginetta per riferire della condanna della Siria al blitz americano, nel quale sembra che sia stato ucciso un leader filo Al Qaeda. La morte di altri otto civili è il prezzo che è stato pagato per questo.
L’attentato è avvenuto domenica sera, allora ricordandomi che il lunedì il Manifesto non esce , vado a controllare la Repubblica di lunedì che stava ancora immacolata in macchina.
Niente. Il blitz americano in territorio siriano non merita nemmeno un accenno in prima pagina!
Se ne parla (e male) soltanto a pagina 11. Eppure la notizia ci sarebbe, ma solo in conclusione all’articolo (di Giampaolo Cadalanu) si fa notare che “per la prima volta militari statunitensi hanno messo piede in Siria”.
P.S. Il blitz americano ricorda vagamente quello con il quale la Colombia il 1 marzo del 2007 violò i confini con l’Ecuador per bombardare il campo delle FARC uccidendo Raúl Reyes. Anche lì morirono 20 persone tra le quali i 4 studenti messicani. Anche lì l’operazione fu giustificata dalla presenza di Reyes, che quindi andava eliminato a tutti i costi (anche violando trattati internazionali e uccidendo civili innocenti) come hanno fatto gli Stati Uniti domenica pomeriggio in Siria.
Quando si dice che non è vero che gli Stati Uniti fanno scuola ...
Rispetto all’attacco americano stupisce il silenzio di tutti, a partire da quello del nostro paese. Non desta preoccupazione nella comunità internazionale evidentemente l’intenzione di tenere incendiato il Medio Oriente nonostante si sia a un passo dalle elezioni negli Stati Uniti. Meglio parlare e far parlare di bufale. I giornali mainstream ancora una volta tracciano la linea da seguire. Ecco perchè il Manifesto è a rischio d’estinzione, perchè lì c’è ancora qualcuno che lavora con la propria testa.