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Cada uno por la justicia/ Ognuno per la giustizia - Bollettino n. 2
Di Annalisa (del 09/10/2008 @ 23:28:02, in LIMEDDH, linkato 1052 volte)

Verònica Natalia Velàzquez Ramìrez
Soren Ulises Àviles Àngeles
Juan Gonzàlez del Castillo
Fernando Franco Delgado
En un refugio guardado en su corazòn
Llevan la bandera de Bolìvar.
 
Il 2 ottobre scorso è stato consegnato all’Ambasciata colombiana in Italia,   il bollettino n. 2 “Cada uno por la Justicia”  (Ognuno per la Giustizia) .
Ricordiamo che il bollettino, realizzato con la collaborazione della LIMEDDH, la Lega Messicana per la Difesa dei Diritti Umani,  viene emesso ogni primo del mese dai familiari dei ragazzi messicani massacrati  a Sucumbíos in Ecuador, da parte dell’esercito colombiano nell’operazione che ha portato all’uccisione del n. 2 delle FARC Raúl Reyes,  e dai familiari di Lucía Morett l’unica sopravvissuta, che attualmente vive in Nicaragua.
 
Il bollettino ogni mese viene consegnato alle autorità colombiane in Messico e alle ambasciate di altri paesi europei, tra i quali la Spagna e l’Italia.
 
Un bollettino mensile per ricordare chi  erano  Verónica Natalia Velázquez Ramírez , Juan Gonzáles del Castillo, Fernando Franco Delgado, Soren Ulises Avilés Ángeles, quattro giovani studenti che mossi unicamente dal desiderio di pace e di solidarietà con altri popoli latinoamericani, e motivati dai loro studi, si erano avvicinati ad un accampamento non militare, dove si stavano svolgendo tra l’altro importanti trattative di mediazione internazionale per la liberazione di Ingrid Betancourt e di altri ostaggi nelle mani delle FARC. E per raccontare chi è Lucia Morett l’unica sopravvissuta costretta attualmente a vivere in Nicaragua in attesa di poter fare rientro tranquillamente senza conseguenze nel suo paese.
 
Un bollettino mensile per riscattare la  memoria  di questi ragazzi dalla infamante campagna mediatica montata dal governo colombiano nel loro paese d’origine con l’appoggio di gruppi  dell’estrema destra messicana e avallata dal  silenzio complice del governo del loro paese, che li sta facendo apparire come terroristi da tempo legati alle FARC e ai movimenti armati messicani.
 
Infine, un bollettino mensile per ricordare veramente quali sono le violazioni dei diritti umani che si commettono quotidianamente in Colombia da parte di un governo che impunemente viola trattati internazionali, utilizza i simboli della Croce Rossa Internazionale in operazioni di intelligence e commette efferati crimini di guerra.
 
Dal bollettino n. 2 (scaricabile qui in spagnolo)
-          Carta de los Padres y Familiares
-          A seis meses de impunidad comenzò la campaña “cada Unopor la Justicia”
-          El caso Sucumbíos
-          Denuncian a Uribe por violacón de DDHH
-          La Rut Pacífica de las mujers rechaza asesinato de una de sus integrantes en Medellín
-          Hostigan y amenazan a defensores de DDHH
-          Quién Luis Camilo Osorio?
-          Próximas actividades
-          De luto se visten los héroes
-          Documentos relacionados
 
E’ interessante  la parte dedicata a Luis Camilo Osorio, ex ambasciatore colombiano in Italia. Si tratta della prima parte di un rapporto dettagliato, redatto dal Colectivo de Abogados José Alvear Restrepo, sui suoi legami con il paramilitarismo e sulla sua attività quando ricopriva la carica di  Fiscal General, carica che gli ha permesso di proteggere criminali, manipolare processi e indagini, nonché insabbiare le denunce per  gravi casi di violazioni dei diritti umani.
La Limeddh si sta battendo  affinché venga dichiarata persona non grata in Messico, mentre in Italia ha ricoperto tranquillamente la carica di ambasciatore colombiano fino alla fine del 2006, quando fu richiamato in patria per rispondere in tre procedimenti penali a suo carico e poi destinato alla sede diplomatica del Messico.
 
Nel corso dell’iniziativa inoltre Adrián Ramírez, presidente de la LIMEDDH ha chiesto giustizia per l’assassinio, avvenuto in Colombia il 24 settembre scorso di Olga Marina Vergara, appartenente all’aasociazione Ruta Pacífica de las Mujeres,  massacrata a Medellín insieme a suo figlio, la moglie di lui e suo nipote, un bambino di appena 5 anni.
 
La Ruta Pacifíca de las Mujeres, associazione femminista e pacifista è impegnata da tempo per dare visibilità agli effetti della guerra civile sella vita delle donne e per una soluzione pacifica e negoziata del conflitto armato.
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