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Omero Ciai e la Repubblica, megafoni italiani di Álvaro Uribe
Di Annalisa (del 01/09/2008 @ 07:55:46, in Dis-informazione/Des-información, linkato 1766 volte)
Ramon Mantovani
Importante, qui la risposta di Ramón Mantovani all'articolo di O.Ciai
Ci è andato pesante questa volta Omero Ciai contro Ramón Mantovani e Marco Consolo. Già ci aveva provato tempo fa.
Finge di non aver capito che le FARC,  piaccia o no ad Álvaro Uribe, per anni hanno goduto e godono tutt’ora dell’appoggio di una larga parte della società civile e istituzionale di moltissimi paesi.
E che questo non vuol dire necessariamente, per chi lo fa,  essere dei terroristi, né star sul punto di diventarlo, né essere complici di alcun crimine, né avere il passaporto pronto per andarsi ad arruolare nella guerriglia colombiana.
Vuol dire credere,  piaccia o no ad Álvaro Uribe,  che c’è chi pensa che in Colombia esiste una via diversa da quella della risoluzione armata del conflitto e che questa via passa necessariamente per il dialogo e attraverso contatti con le parti in causa, che possono probabilmente anche  formalizzarsi in relazioni amichevoli e di lunga durata. Si lavora per la pace ed è questo un lavoro ampio e costruttivo che richiede diplomazia, coraggio,  sforzo ed impegno costante, diversamente da quanto ne occorrono per sorvolare accampamenti e gettare bombe.
Ramón Mantovani e Marco Consolo avevano già esaurientemente spiegato e chiarito la loro posizione in una conferenza stampa, meno di un mese fa.
A Omero Ciai non è bastato. Ingrid Betancourt viaggia in Italia in questi giorni e lui ci tiene a far sapere al mondo intero che in Italia esistevano i complici dei suoi carcerieri.
Invece di reclamare e difendere la sovranità del nostro paese, accettando che vi possano essere differenti modi di valutare la realtà colombiana, Omero Ciai e chi per lui si piega agli interessi di una nazione  che da decenni,  fregandose sfrontatamente del diritto internazionale e di ogni rispetto per i diritti umani, esercita il potere con la violenza. Omero Ciai  e la Repubblica permettono ai politici che ci stanno governando di esprimere ancora una volta la loro subordinazione sia agli interessi degli Stati Uniti che stanno ormai mondialmente estendendo la loro concezione di “terrorismo”,  sia alle isterie del governo colombiano, che pur di distogliere gli occhi dal pantano maleodorante nel quale è invischiato crea oltreoceano campagne mondiali di criminalizzazione contro il loro “nemico interno”.
Omero Ciai ha permesso a Maurizio Gasparri, rappresentante della destra italiana attualmente  al governo,  di poter finalmente stamattina dire che bisogna indagare sui legami dei terroristi con i comunisti italiani e che “si impongono chiarimenti urgenti anche in considerazione della sicurezza interna nel nostro Paese,  poiche' le Farc sono dedite ai sequestri e al traffico di droga e sono considerate dall'Onu organizzazioni terroriste”.
Vale a dire che i comunisti rappresentano un rischio terroristico anche nel nostro paese.
Evviva la destra e i paramilitari di Uribe,  i veri ed assodati narcotrafficanti a livello mondiale. Chissà se a Omero Ciai dice niente il nome di Salvatore Mancuso. Li abbiamo avuti in casa nostra,  i paramilitari di Uribe, per anni abbiamo avuto infatti in Italia come rappresentanza diplomatica nel nostro paese della Colombia, personaggi inequivocabilmente legati al paramilitarismo, alla mafia politica e al crimine. L’attuale ambasciatore colombiano a Roma è indagato per aver comprato nel suo paese i voti di Yidis Medina che hanno permesso la seconda rielezione di Uribe. L’ex console a Milano, si trova in carcere in Colombia per vincoli con il paramilitarismo, ha messo in mano dei paramilitari liste di centinai a di persone “scomode” da eliminare.
Nessuno a casa nostra, a partire da Repubblica e dal solerte Omero Ciai, si è mai degnato di protestare con il governo Colombiano per l’abitudine ricorrente che ha avuto nel tempo di inviare nel nostro paese delinquenti e assassini come rappresentanza diplomatica. Nessuno ha avuto mai il coraggio di chiedere che venissero dichiarate persone non grate nel nostro paese. Álvaro Uribe sta chiedendo e sta ottenendo che in Europa vengano  incriminate e criminalizzate tutte quelle voci che  operano perchè in Colombia la pace venga raggiunta attraverso una via diversa da quella della guerra e  Omero Ciai e la Repubblica gli prestano  il megafono.
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