A Chiaiano "no global" per tutti i gusti
Sono abbastanza sicura del fatto che quando vengono usati genericamente e impropriamente termini come no global e centri sociali sui giornali o per televisione, ciò viene fatto con lo scopo di gettare discredito su quello di cui si sta parlando.
Questo espediente viene utilizzato spesso. Un po’ troppo, ultimamente. E a causa dell’uso sbagliato che ne viene sempre fatto, queste due parole evocano nella maggior parte dei lettori di un quotidiano o nei telespettatori di un TG immagini riconducibili alla violenza giovanile, al dissenso estremo, se non al terrorismo vero e proprio.
Ultimamente, ogni volta che nei mezzi di dis-informazione si vuole testimoniare una protesta di popolo, un’espressione di dissenso, un momento qualsiasi di manifestazione in cui realtà diverse si incontrano con obiettivi comuni si usano questi due termini. Generalmente sempre a sproposito. E’ stato fatto per esempio recentissimamente con la protesta dei giovani studenti dei collettivi di sinistra dell’Università La Sapienza, dove senza che fossero direttamente coinvolti, i centri sociali sono stati tirati in ballo dal Corriere della Sera e dal TG1.
E’ successo anche ieri a Chiaiano. Una manifestazione che ha coinvolto praticamente TUTTA la società civile, a partire dai bambini in carrozzina, fino a quelli delle elementari e medie che aprivano il corteo con gli striscioni, anziani, casalinghe, i comitati (perchè così si chiamano) “No Tav” della Val di Susa, quelli “No Dal Molin” di Vicenza , i rappresentanti del WWF, gli “Amici di Beppe Grillo”, politici e politicanti che sono stati tenuti in coda al corteo, lavoratori, disoccupati, uomini e donne.
Diecimila persone giunte da tutta Italia in una manifestazione pacifica per dire un grande ed unitario NO alla discarica.
Ebbene questa Italia per la Repubblica, che salva solo i bambini, sempre e comunque anime innocenti è tutta no global. (vedi al link le foto di tutti i no global, terribili...) Lo è anche in un articolo di ieri di Alberto D’Argenio e Conchita Sannino dal titolo: “Rifiuti i dubbi della Ue sul decreto – Ronchi non torniamo indietro. Oggi Chiaiano blindata per il corteo no global” e poco importa che nel resto dell’articolo si sia cercato di spiegare più o meno onestamente (sicuramente meno) cosa fossero questi generici no global. Una parola fuori posto in un titolo e la frittata è pronta per metà.
Anche il Corriere della Sera ieri parla di “Tensione a Chiaiano: corteo anti-discarica con i no global”, che però a differenza di quanto fa il quotidiano romano, quello di Via Solferino non spiega nemmeno quali siano questi no global che manifestano: “a Chiaiano sono attesi, con i comitati campani, no global da tutta l’Italia”. Punto. Troppa fatica per Luigi Offeddu (il giornalista) spiegarci da cosa o da chi fosse composta questa generica orda di barbari che si preparava ad occupare Chiaiano.
Già, occupare... Perchè no global e occupazione spesso vanno insieme nei mezzi di dis-informazione. Occupazione è un’altra parola chiave, usata in questo caso per fortuna, parsimoniosamente. Lo fa soltanto il Giornale di Silvio Berlusconi (come poteva esimersi) titolando: “Discarica: I no global occupano Chiaiano” abbinando una bella foto a testimonianza di quanto espresso. A questo punto fatemi/vi il favore di aprire il link e di guardare bene in faccia i no global che hanno occupato Chiaiano. Chissà come ve li immaginate vero? Invece no. Età media sulla quarantina, per la maggior parte donne mature, vestite di tutto punto, tutti quanti visibilmente stanchi, sudaticci e con qualche chilo di troppo. Che tipi strani stì no global....
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