Non credo che la manifestazione a L’Aquila non dovesse essere autorizzata, visto che era una manifestazione organizzata contro il 41 bis, che a detta dei partecipanti, sarebbe equivalente alla tortura.
Possiamo dissentire o meno da questo punto di vista , purtroppo le manifestazioni spesso rappresentano un’incognita anche per gli organizzatori ed effettivamente non si sa mai come vanno a finire, un po’ come le partite di calcio.
Il fatto è che il corteo si è di fatto trasformato per la presenza di alcuni elementi, che sicuramente veri terroristi non erano, in un corteo in solidarietà a Nadia Desdemona Lioce che in regime di 41 bis ci si trova da tempo insieme ad altri 160 detenuti del carcere aquilano, di cui proprio uno, accusato per reati di mafia, si era suicidato il giorno precedente.
I terroristi non sfilano alle manifestazioni e per di più a volto scoperto. Lo fanno e ne hanno tutto il diritto gli ex terroristi prestando volto e storia forse inconsapevolmente a uno sparuto gruppo di persone che di fatto urlano slogan irripetibili e imbrattano i muri.
Tra gli organizzatori del corteo infatti si legge su La Repubblica di ieri che c’era Paolo Maurizio Ferrari, il brigatista di Nomadelfia, uno dei fondatori storici delle Brigate Rosse, il primo ad essere arrestato con l’accusa di sequestro di persona (fu un sequestro lampo di poche ore) che ha scontato trenta anni di carcere senza mai usufruire di un permesso, senza aver mai ucciso nessuno, perché semplicemente si è sempre rifiutato di presentare la benché minima istanza e perché durante la detenzione ha accumulato altre condanne, per esempio per aver offeso la corte ad un processo o per aver partecipato alla rivolta nel carcere dell’Asinara.
Al di là delle considerazioni che si possono fare se sia necessario o meno il 41bis, se la manifestazione dovesse essere autorizzata o meno, se i manifestanti dovessero essere arrestati seduta stante come l’Osservatore Romano ha suggerito, è bene precisare che alcune persone sono state identificate e nei casi più gravi giustamente indagate per il reato di apologia di terrorismo.
Ma c’è diffamazione però anche nelle parole di Francesco Merlo quando scrive su La Repubblica, nel suo articolo “Ideologia al veleno” che all’Aquila “sfilano in duecento per la Lioce” quando questo non è vero. Purtoppo come spesso accade, tra i duecento che sfilavano contro il 41bis, tra i quali Giulio Petrilli dirigente aquilano del Prc ora nei guai per questa sua partecipazione, c’erano anche poche persone che effettivamente hanno manifestato solidarietà alla Lioce, hanno cantato slogan contro Biagi e si sono allontanati per scrivere sui muri “Cloro al Clero”.
Come fa strumentalizzazione politica dell’evento Francesco Merlo, quando scrive che tutta la sinistra italiana dovrebbe sentirsi imbarazzata al cospetto della famiglia Biagi. Perché? E’ tutta la sinistra italiana responsabile e condannabile duramente e senza mezzi termini se uno dei suoi “simpatizzanti” (pur se ideologicamente lontano ormai anni luce) imbraccia le armi e nella sua follia crede così di cambiare la società?
A pochi giorni dall’arrivo di Bush, Merlo fa strumentalizzazione politica dell’evento (in questo caso degli eventi), quando scrive che Biagi, D’Antona e Petri, “questi nostri sfortunati fratelli se potessero tornare chiederebbero conto a Bertinotti della mano che non vorrebbe stringere a Bush e della manifestazione contro il boia americano che il 9 giugno riproporrà per le strade di Roma quella teoria dell’imperialismo che era forse già poco originale ai tempi di Lenin.”
In che calderone Merlo getta con tanta superficialità tutta la sinistra? Quella istituzionale, quella della piazza, quella delle scritte sui muri e quella delle pistole in pugno, quella antiamericana e quella della pace. Tutti comunque combattenti e terroristi secondo Francesco Merlo, Bertinotti rifiutandosi di stringere la mano a Bush e la Lioce con tre omicidi sulle spalle. E vale la pena ricordargli che “i poveri scarti umani che nelle nostre metropoli invece di impazzire o suicidarsi sono pronti a togliere di mezzo gli altri, a togliere di mezzo il mondo” a cui fa riferimento in apertura del suo articolo in prima pagina con il gratuito cinismo che si trova ormai così frequentemente sui giornali, non sono solo figli della sinistra ma di tutto il Paese.