…Crediamo, e dopo questo viaggio, più fermamente
di prima, che la divisione dell’America (Latina) in nazionalità
incerte e illusorie sia completamente fittizia.
Costituiamo una sola razza meticcia che dal Messico fino
allo Stretto di Magellano presenta
notevoli similitudini etniche. Per questo, cercando di spogliarmi
da qualsiasi vacuo provincialismo, brindo all’America Unita.
Ernesto Che Guevara
La trasmissione Enigma sulla morte di Ernesto Che Guevara, andata in onda il 21 Marzo su Rai 3, e condotta da Corrado Augias, è stata un’occasione mancata.
L’occasione mancata di un confronto che poteva essere anche interessante tra le posizioni dei due ospiti presenti, Gianni Minà e Massimo Teodori. Tanto più che ci eravamo disabituati alla presenza di Gianni Minà in televisione.
Confronto che si riduce invece a circa 15 minuti, nei quali Augias a più riprese e senza successo cerca di convincere Teodori della somiglianza tra la figura di Ernesto Guevara e quella di Garibaldi.
Dalla ricostruzione storica che viene fatta della vita di Che Guevara ne emerge la personalità di un sognatore un po’ troppo idealista, avventato e irresponsabile, resosi scomodo negli ultimi anni della sua vita. Il continuo intento di voler dimostrare che Fidel Castro e Che Guevara si erano allontananti prima della partenza di quest’ultimo in Bolivia, insinua continuamente il dubbio, dimostratosi inconsistente per ogni storico serio, eppure continuamente riproposto come elemento di propaganda anticubana, che Che Guevara sia stato tradito addirittura da Fidel Castro.
Rincara la dose Massimo Teodori delineando a più riprese la figura di Che Guevara come
“grottesca e ridicola” e il suo sogno di unità latinoamericana una pura utopia destinata al fallimento, nonostante Minà gli ricordi proprio come in questo momento sia più attuale che mai.
Come mai la figura di Che Guevara fa così ancora tanta paura?
Ci pensa Massimo Teodori a spiegarcelo, tirando fuori in maniera totalmente fuori dal contesto, quasi in un’imboscata, approfittando dell’ultimo minuto per denunciare “il populismo con sfumature fasciste” di Hugo Chávez.
E’ questo che fa paura e in questo contesto si inserisce anche la polemica attuale sull’autenticità dei resti di Che Guevara , fondata esclusivamente su strumentali illazioni.
Ricordiamo il libro “Operazione Che, storia d’una menzogna di stato” di Maite Rico e Bertrand de la Grange, recensito da Mario Vargas Llosa sulle pagine di El País.
Gli autori sostengono che in realtà le spoglie sepolte a Santa Clara non siano di Che Guevara ma che Fidel Castro avrebbe organizzato ad arte una messinscena per ridare vigore agli ideali della rivoluzione cubana.
E se nel passato per esempio i Vargas Llosa, sia padre che figlio, si erano prestati ad attaccare la Rivoluzione Cubana discreditando la figura di Ernesto Che Guevara, oggi gli attacchi che gli vengono mossi vanno forse in tutt’altra direzione, più precisamente verso il Venezuela.
Hugo Chávez è colui il quale sta ripercorrendo, ovviamente con mezzi diversi e in un contesto differente, il cammino di Ernesto Che Guevara. Sta riproponendo cioè quello che era stato il suo ideale, anzi facendo di più, sta concretamente realizzando il sogno che era stato di Ernesto Guevara e prima ancora di Simón Bolívar.
Ma la persistenza degli ideali del Che, va ben oltre il merchandising sulla sua figura…E ci vuole ben altro che Teodori O Vargas Llosa e tutti i vari portavoce del neoliberismo per fare di Ernesto Guevara un patetico ricordo per malati di nostalgia.
Consiglio la lettura del n. 93 del 2005 della rivista Latinoamerica completamente dedicata alla figura di Ernesto Che Guevara